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I pm: «Autostrade mentì sullo stato del Morandi falsificando i report»

Sul Secolo XIX. I giudici del Riesame muovono per la prima volta dure accuse ad Aspi per la strage del 14 agosto 2018, ma allo stesso tempo revocano i domiciliari al manager che si occupava della manutenzione

I pm: «Autostrade mentì sullo stato del Morandi falsificando i report»

“Autostrade ha mentito sul Ponte Morandi e ha truccato le carte sullo stato di salute del viadotto crollato il 14 agosto 2018 con la morte di 43 persone”.

Lo scrive Il Secolo XIX. Sono le accuse che i pm di Genova muovono agli ex vertici di Aspi, messe nero su bianco, per la prima volta, nelle carte con cui il tribunale del Riesame conferma i gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Paolo Berti, che all’epoca del crollo era direttore generale delle manutenzioni.

Berti ieri ha ottenuto la revoca dei domiciliari, come era già accaduto all’ex ad Castellucci. Era stato arrestato per lo scandalo delle barriere fonoassorbenti del ponte, con Giovanni Castellucci e Michele Donferri Mitelli.

Autostrade era già accusata di omicidio colposo, disastro colposo e attentato alla sicurezza dei trasporti ma finora non era mai stato evidenziato che avesse truccato le carte del viadotto.

Secondo l’accusa, gli ex vertici di Aspi hanno redatto falsi rapporti per nascondere “l’assenza di reali ispezioni” e “la sottovalutazione dei reali vizi accertabili”.

I falsi riguardano anche il progetto di retrofitting che sarebbe dovuto iniziare ad ottobre 2018 e che invece è stato preceduto dal crollo. Secondo i giudici del Riesame,

veniva astutamente fatto passare per intervento locale con elusione dei controlli e avallando informazioni inveritiere quali la premessa tranquillizzante delle continue attività di controllo e monitoraggio”

che invece erano lacunose.

Con “condotte di dissimulazione e falsità”, Autostrade ha cercato di

mantenere il Mit nell’ignoranza circa lo stato effettivo del patrimonio autostradale al fine del risparmio sulle spese e di aumento degli utili da distribuire, con ovvio riconoscimento di rilevanti incentivi economici ai dirigenti che li permettevano, il tutto in totale spregio della sicurezza degli utenti delle autostrade”.

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