Dal Pino: «Sarebbe controproducente ridurre gli stipendi solo in Italia e nel resto d’Europa no»
In un'intervista al CorSera il presidente di Serie A lancia l'allarme: «Siamo molto vicini al disastro economico-finanziario». Ma aggiunge che «sarebbe controproducente se solo in Italia facessimo i virtuosi»

Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, in cui racconta la sua esperienza con il Covid, il presidente della Lega Serie A, Paolo Dal Pino, affronta anche altre questioni, soprattutto politiche, legate al calcio. Nei giorni scorsi la Serie A ha scritto al Governo per chiedere aiuti. Dal Pino ne parla.
«Nella lettera che ho inviato all’Esecutivo ho ricordato che questa industria registra un fatturato di 4,7 miliardi, di cui 3 prodotti dalla serie A. Versa contributi fiscali di 1,2 miliardi, è la locomotiva di tutto lo sport italiano e ha un ruolo sociale rilevante. Il Governo ha destinato forme di ristoro a settori produttivi: perché non viene considerato il calcio che denuncia perdite per 600 milioni, dopo che per un anno viene impedito l’accesso del pubblico negli stadi?».
Non si tratta di una richiesta di aiuti, continua, ma di ristori.
«Attenzione, noi non chiediamo aiuti, ma ristori a seguito di misure restrittive, per esempio gli stadi chiusi, introdotte dal Governo che ci hanno colpito, creandoci dei danni. Questo è un momento di grande crisi di liquidità».
Ma quando a Dal Pino si fa notare che magari i protagonisti del calcio potrebbero iniziare a ridursi gli stipendi, dice:
«Il discorso deve restare all’interno del perimetro sportivo, considerando pure che il valore del giocatore si deve assestare su scala internazionale. Sarebbe controproducente se in Italia facessimo i virtuosi e gli altri Paesi, le altre Leghe, no: verrebbe depauperato il patrimonio tecnico del nostro campionato. Ecco perché ha fatto bene il presidente della Figc, Gabriele Gravina, a scrivere alla Uefa affinché a livello europeo avvenga un allineamento sul tema dei salari».
Sul rischio che molti club non riescano a pagare gli stipendi:
«Siamo molto vicini al disastro economico-finanziario. Da un lato lavoriamo con la Figc per misure sul ritardo dei pagamenti o l’introduzione di un salary cap. Dall’altro, se non avremo respiro attraverso ristori e dall’entrata in scena dei fondi nella media company della Lega, il rischio che il sistema si fermi è molto alto».
Sulla possibilità dei playoff:
«Parlo tutti i giorni con Gabriele Gravina. Abbiamo più simulazioni sul tavolo: spero che il campionato si possa concludere regolarmente, se invece intervenissero altri fattori e una sospensione del torneo fosse necessaria, l’assemblea si esprimerà sul cambio di format».