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Scuola, è caos anche per i certificati, i pediatri saranno obbligati a richiedere il tampone

Il Messaggero intervista Biasci, presidente dell’associazione medici pediatri che spiega che il tampone sarà l’unica strada per avere la certezza e che i tempi saranno lunghi

Scuola, è caos anche per i certificati, i pediatri saranno obbligati a richiedere il tampone

Il caos scuola si complica ancora di più con la questione dei certificati per il rientro in classe in caso di assenza per malattia. Dopo tre giorni di assenza infatti gli alunni 0-6 anni saranno tenuti a giustificare con un certificato medico che assicuri che non hanno il coronavirus. Ma come potranno fare a certificarlo? È la domanda che il Messaggero ha posto a Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana medici pediatri

«Dobbiamo quindi seguire la norma che ci impone di far effettuare il tampone per tutti i sintomi che dovessero comparire e che sono tipici dell’autunno inverno, ossia febbre, tosse, raffreddore, congestione nasale, mal di gola. Se si ha un esito negativo del tampone, il bambino potrà rientrare a scuola»

Non esistono scorciatoie, non esistono sintomi in grado di far escludere che si tratti di covid, solo il tampone può dare questa certezza.

Di fatto, spiega Biasci, non esisterà un certificato dopo tre giorni, perché le tempistiche per un tampone sono assolutamente diverse

«Se il pediatra chiede il tampone per esempio lunedì mattina, in genere il tampone verrà effettuato giovedì. La risposta ci arriverà venerdì mattina. Quindi sarà passata quasi tutta la settimana. Quello che preoccupa, insomma, è proprio la lentezza tra la richiesta del tampone e l’arrivo del referto»

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