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Crisanti: “Assurdo che siano le famiglie a misurare la febbre. Sopra i 37 gradi tenere ragazzi a casa”

A La7: “La misurazione della temperatura è una cosa seria, non può essere delegata a otto milioni di famiglie. Ognuno farà come vuole. Il Cts ritiene di essere il depositario della verità scientifica, non ascolta i professori”

Crisanti: “Assurdo che siano le famiglie a misurare la febbre. Sopra i 37 gradi tenere ragazzi a casa”

Il professor Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova ed ex consigliere del governatore del Veneto, Luca Zaia, è intervenuto ieri a La7 per parlare di scuola. In particolare, Crisanti si è mostrato molto critico sull’idea del Cts, approvata dal Governo, di effettuare la misurazione della temperatura agli studenti a casa, e non a scuola.

È assurdo che siano le famiglie a misurare la febbre. Ognuno farà come vuole. La misurazione della temperatura è una cosa seria, non può essere delegata a otto milioni di famiglie. C’è chi la misura sulla fronte, chi nell’orecchio, chi sulla lingua, chi sotto l’ascella e per di più con termometri diversi. E poi c’è una questione di coerenza: se si tratta di una misura decisiva per la sorveglianza epidemiologica allora deve farla lo Stato, non i singoli cittadini in un caotico fai-da-te. Oltre al fatto che la soglia per assentarsi dalle lezioni andrebbe abbassata a 37 gradi: per i ragazzi e i bambini, che si ammalano meno, fissarla a 37.5 non è adeguato”.

Una sciocchezza, ha aggiunto, quanto dichiarato dal Ministero e dal Cts, ovvero che per effettuare la misurazione della febbre a scuola sarebbe servito più personale e più tempo all’ingresso delle scuole.

“Non diciamo sciocchezze: esistono sensori elettronici che funzionano senza l’aiuto di alcun tecnico e che misurano la temperatura in pochi istanti, come quelli installati ad esempio negli aeroporti o in molte aziende”.

Ormai, però, è troppo tardi per cambiare le cose.

Siamo talmente a ridosso della ripartenza che a questo punto dobbiamo adoperarci tutti affinché le scelte del governo, con le correzioni già introdotte dalle singole Regioni nei giorni scorsi, siano un successo. Certo è che il Cts ritiene di essere il depositario della verità scientifica, ma non ascolta e non considera i professori universitari. Un sintomo del fatto che in questo Paese l’università vale ormai meno di zero e viene considerata un’istituzione che non produce conoscenza”.

Se le scelte del Governo dovessero rivelarsi inadeguate, ha concluso, gli scienziati si faranno sentire con forza.

La comunità scientifica si farà sentire con forza per rimettere in discussione le decisioni dell’esecutivo. Pretenderemo flessibilità e l’adeguamento delle misure. Ma ora è comune interesse fare il necessario per far andare tutto bene”.

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