Barbano: «Ignorano di essere superpagati non per diritto divino, ma perché garantiscano il più popolare spettacolo del Paese»
Alessandro Barbano, vicedirettore del Corriere dello Sport, va – giustamente – giù duro nei confronti dei calciatori che si sono contagiati.
E pensare che l’Assocalciatori temeva che la ripresa del campionato scatenasse il contagio tra gli atleti. È stato invece il libera-tutti delle vacanze a infiltrare il virus nel perimetro del calcio, rimasta immune fin tanto che si è giocato. Adesso fioccano positivi come funghi, in quest’estate libertina seguita al rigore del lockdown: Roma, Cagliari, Napoli, Torino, Sassuolo, Brescia e Salernitana sono alle prese con un bel grattacapo, alla vigilia dei ritiri e a un mese dalla prima giornata della nuova stagione.
Dopo un finale travagliato e onerosissimo per le società, questa ripresa del Covid era l’ultima cosa che ci si potesse augurare. Ma, si sa, i calciatori sono ragazzi che d’estate finiscono dritti in discoteca. E che, talvolta, ignorano di essere superpagati non per diritto divino, ma perché garantiscano il più popolare spettacolo del Paese. Così, la fiammata di contagi tra i campioni del pallone è la metafora di un’Italia che passa dall’eccesso di una chiusura totale, anche nelle regioni appena sfiorate dalla pandemia, alla giungla estiva, in cui quelle stesse regioni diventano incubatori del virus.