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Ziliani: la Serie A dorme sulla questione contratti e prestiti. Aspettiamo un nuovo caso De Vrij?

Sul Fatto ricorda il rigore provocato dal calciatore contro la Lazio, l’ultima partita dello scorso campionato, che portò l’Inter, sua futura squadra, a vincere. Fu massacrato per questo. Perché in Italia si fa finta di niente? 

Ziliani: la Serie A dorme sulla questione contratti e prestiti. Aspettiamo un nuovo caso De Vrij?

Sul Fatto Quotidiano Paolo Ziliani scrive del caos che attanaglia la Serie A per i contratti in scadenza e i calciatori a fine prestito. Da sempre, la stagione si conclude il 30 giugno e dal 1 luglio un giocatore in scadenza di contratto o a fine prestito smette di essere stipendiato dal vecchio club e passa al nuovo. Quest’anno, invece, non sarà così, perché il campionato si chiuderà il 2 agosto, e non potrà rispettare le normali scadenze. E allora? Cosa succederà?

“La domanda è scottante, anche se tutti continuano a far finta di niente”.

La situazione è complicata, scrive.

Da noi, i club vogliono tagliare da due a quattro mensilità ai calciatori e in questo clima si pretende che i calciatori dicano sì a prolungamenti di contratto che la controparte ha già deciso di non voler rispettare. Qualcosa non torna”.

I giocatori in scadenza di contratto, in Serie A, sono 42. Quelli e a fine prestito 65. 107 in tutto che si troveranno in un limbo. Saranno liberi di scegliere se protrarre i loro contratti o fermarsi.

E allora Ziliani proced per ipotesi.

“Cosa succederebbe se si fermassero tutti tranne Dalbert e se Dalbert, in Inter-Fiorentina, provocasse un rigore decisivo a favore dell’Inter; o se si fermassero tutti tranne Pellegrini e se Pellegrini, in Cagliari-Juventus, incorresse magari in un autogol decisivo?”

Si ripeterebbe un caso alla De Vrij, che, in procinto di passare dalla Lazio all’Inter, nell’ultima partita dello scorso campionato provocò un rigore contro la Lazio che contribuì al successo dell’Inter, sua futura squadra.

“Per quel rigore venne massacrato. Qualcosa andrebbe fatto. Ma da tre mesi, qui, tutti dormono”.

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