ilNapolista

Puzone vinse lo scudetto con Maradona, ora è un clochard

Il Mattino racconta la denuncia di un ascoltatore a La Radiazza. L’appello di un amico: “Se i suoi vecchi amici calciatori lo andassero a trovare in ricordo dei bei tempi. Lui ne sarebbe davvero felice»

Puzone vinse lo scudetto con Maradona, ora è un clochard

Il Mattino, nell’edizione online racconta la storia di Pietro Puzone, calciatore classe 63 che ha festeggiato con il primo Napoli di Maradona uno scudetto e una Coppa Italia, pur collezionando pochissime presenze in prima squadra. Nell’anno dello scudetto zero presenze, eppure Diego ripeteva che quella vittoria era di tutti, anche del suo amico Puzone. Tra i due, infatti, si era instaurato un forte legame, soprattutto fuori dal campo: il ragazzo di Acerra, cresciuto nelle giovanili del Napoli, era spesso con il fuoriclasse argentino nelle notti all’insegna della trasgressione e della mondanità.

La storia di Puzone non è una di quelle a lieto fine, almeno non per ora. Il racconto del Mattino prende infatti spunto da una segnalazione a La Radiazza in cui un ascoltatore ha raccontato

«Pietro versa in condizioni disumane: è diventato un clochard, dorme sulle panchine e, probabilmente, è malato. Abbiamo segnalato al sindaco questa situazione, ma nessuno è intervenuto».

In molti sono intervenuti in trasmissione, anche il sindaco della città che ha sottolineato l’impegno che c’è da maggio per cercare di assistere Puzone

«Con Pietro siamo riusciti un paio di volte a fargli fare una doccia e a fargli indossare vestiti puliti per consentirgli di recarsi al Sert in condizioni decenti, ma purtroppo il colloquio con i dottori non è andato bene».

Lanciando poi un appello

«Credo che per aiutarlo sarebbe utile che personaggi che hanno vissuto con lui l’epoca del Napoli di Maradona lo agganciassero e facessero da stimolo per fargli capire che lui è ancora qualcuno e che deve farsi aiutare».

Infine è intervenuto anche un amico di famiglia smentendo la voce che circolava di una sua morte

«Anzi, proprio ieri l’abbiamo accompagnato in comunità, dove inizierà la cura per uscire dal tunnel in cui è finito. E non è vero che è stato abbandonato, ma io, insieme ad altri cittadini acerrani e alla famiglia ci stiamo occupando di lui, ora che ha deciso di tornare a essere la bella persona che è. Se i suoi vecchi amici calciatori lo andassero a trovare in ricordo dei bei tempi. Lui ne sarebbe davvero felice».

ilnapolista © riproduzione riservata