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Il padre di Fury: «Combattiamo a mani nude da dieci generazioni, in una rissa ho cavato l’occhio a uno»

Il figlio Tyson è atteso ad un incontro epico contro Usyk: “Quando è nato era praticamente morto, pesava mezzo chilo”

Il padre di Fury: «Combattiamo a mani nude da dieci generazioni, in una rissa ho cavato l’occhio a uno»

John Fury è il “pittoresco” padre del campione del mondo dei pesi massimi Tyson Fury, atteso all’ennesimo incontro “del secolo” per l’unificazione dei titoli contro Oleksandr Usyk. E’ appena finito su tutti i giornali per aver dato una testata ad un membro dell’entourage opposto alla presentazione del match, e ne è uscito con una bella ferita sanguinolenta in fronte. E’ un irlandese enorme. E dice che l’unico rammarico della sua vita è “aver cavato un occhio a un uomo durante una rissa”. Per quella cosa è stato condannato a 11 anni di carcere, che ha scontato. Il Telegraph l’ha intervistato.

E’ nato a Tuam, nel Galway, e discende da “10 generazioni di combattenti a mani nude”. Ha avuto anche una carriera da pugile professionista, durata otto anni, dal 1987 al 1995. Ha una passione sfrenata per i suoi figli, soprattutto Tyson, il campione del mondo, e Tommy, altro pugile diventato famoso per aver partecipato al reality tv Love Island ed aver sfidato gli influencer Jake Paul e KSI.

“Sono un uomo schietto, ho il cuore in mano. I soldi non sono il mio forte. Ho un tetto sopra la testa, ho una vecchia macchina da guidare, ho qualche sterlina in tasca, dico quello che voglio. Altre persone potrebbero avere una bella Range Rover, potrebbero avere una bella casa, ma non hanno quello che ho io, figli come questi. Ne ho sei, sono tutti combattenti, ognuno di loro sa badare a se stesso. Sono un uomo fortunato in molti sensi”.

John è cresciuto in una roulotte di 4 metri per 2 con tre fratelli. Dice che quelli erano “tempi felici. E’ stata dura in un certo senso, ma c’era onestà”. Da giovane vendeva zerbini, ne doveva vendere almeno 50 altrimenti non poteva tornare a casa.

Quando Tyson è nato era quasi morto, pesava solo mezzo chilo, e quando l’ho visto è stata come una sensazione di calore. Era come se la presenza di Dio fosse lì mentre lo guardavo”.

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