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CorSport: il Comitato tecnico non molla sulla quarantena di 14 giorni in caso di nuovo positivo

La Figc teme un nuovo stop e tornerà alla carica tra una decina di giorni. Ma anche nel colloquio di ieri con Speranza non ci sono state aperture. Intanto Gravina segue gli studi mondiali sulla minore virulenza del Covid-19

CorSport: il Comitato tecnico non molla sulla quarantena di 14 giorni in caso di nuovo positivo

Il Comitato tecnico scientifico non molla sulla quarantena. Ma la Figc, scrive il Corriere dello Sport, non si arrende.

La Figc non intende alzare bandiera bianca e al massimo tra una decina di giorni è pronta a tornare alla carica con il governo, ma anche nel colloquio di ieri tra il ministro della salute Speranza e il numero uno della Federcalcio Gravina non c’è stata un’apertura alla riduzione della quarantena”.

La flessione della curva dei contagi non convince ancora gli esperti ad allentare le misure di prevenzione. Temono che un indebolimento dei provvedimenti possa far aumentare di nuovo i contagi, soprattutto dove, come nel calcio, non è possibile rispettare il distanziamento sociale.

Stando così le cose, il campionato rimarrà appeso a un filo sottile e soggetto al rischio di un definitivo stop se a finire in quarantena fossero 2 formazioni“.

Da quasi due mesi, scrive il quotidiano sportivo, nel cassetto della scrivania di Gravina c’è “la regola sulla quarantena ammorbidita”. Il presidente Figc aveva provato ad inserirla nel primo protocollo per gli allenamenti, ma già allora il Cts si era opposto, e così ci si è dovuti adeguare all’isolamento di 14 giorni per il gruppo squadra in caso di nuovo positivo.

Gravina segue con attenzione gli studi che si diffondono nel mondo sul tema.

“Il San Raffaele di Milano, per esempio, ha certificato attraverso l’osservazione clinica su 200 tamponi effettuati tra la prima quindicina di marzo e l’ultima di maggio che ora il Covid ha una minore virulenza. Per colpa dell’aumento delle temperature o per altri fattori è ancora da dimostrare. A far sorridere c’è anche un’importante studio che arriva dalle università australiane che “ridimensiona” il numero degli asintomatici e la loro carica infettiva”.

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