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«Al Cotugno sono 36 i pazienti con Covid. Meno infezioni, ma guai ad abbassare la guardia»

L’infettivologo Punzi a Repubblica Napoli: «Sono transitati per le nostre corsie circa 400 malati, di cui l’80% di casi confermati. Un’ottantina le vittime. In Campania abbiamo avuto l’8% di decessi: 412 morti su 4800 casi totali».

«Al Cotugno sono 36 i pazienti con Covid. Meno infezioni, ma guai ad abbassare la guardia»

Su Repubblica Napoli un’intervista a Rodolfo Punzi, direttore dell’Infettivologia dell’ospedale Cotugno. Partendo dalle parole pronunciate dal professor Zangrillo nei giorni scorsi, che hanno provocato ampie polemiche, spiega com’è cambiato il virus.

«Nell’evoluzione. I quadri drammatici che eravamo abituati a vedere nelle prime settimane si sono modificati in senso favorevole da un mese a questa parte».

Per spiegare il calo dei casi gravi e dei decessi, dice, occorre prendere in considerazione varie ipotesi.

«Si parte dal dato iniziale: a essere colpiti per prima sono stati i soggetti più fragili. Poi, c’è la realtà delle diagnosi che erano meno precise nella fase di esordio dell’epidemia. A seguire, è subentrato il ricorso a terapie più mirate e, quindi, al perfezionamento di un protocollo nei confronti di un virus di cui si sapeva poco o nulla. Ma in ballo c’è anche l’ipotesi più verosimile, quella di una mutazione in senso opportunistico: i virus, in genere, nel tempo tendono ad attenuare la loro aggressività per sopravvivere nell’ambiente e nell’ospite».

La riduzione della carica virale di cui parla Zangrillo è il risultato di più fattori:

«Il distanziamento, l’utilizzo di mascherine e il lockdown che hanno fatto diminuire la carica virale circolante».

Punzi racconta anche qual è la situazione in Campania.

«Il numero di nuove infezioni anche qui si sono ridotte. Nella nostra regione, l’altro giorno si sono registrati cinque tamponi positivi su 2000 effettuati, cioè lo 0,4 per cento. Nel mio ospedale, al Cotugno, in cinque giorni, dal 27 maggio fino al primo giungo, abbiamo ricoverato solo 12 pazienti. E di questi appena sei sono risultati positivi. Stanno tutti bene, nessuno di loro è finito in Rianimazione dove, al momento, sono curati due degenti, di cui uno proveniente da Salerno. In totale sono 36 i pazienti ricoverati».

La situazione è migliorata, ma non bisogna abbassare la guardia.

«D’accordo con l’obiettivo di evitare il terrorismo psicologico, ma attenzione a rispettare le regole basilari per contribuire a tenere sotto controllo la diffusione dell’infezione».

E Punzi conclude fornendo i numeri del contagio al Cotugno.

«Il primo ricovero di coronavirus del Cotugno risale al 25 febbraio, a Codogno c’è stato il 21, solo quattro giorni prima. Sono transitati per le nostre corsie circa 400 malati. Di questi l’80 per cento rappresentato da casi confermati. Le vittime sono state un’ottantina. In tutta la Campania si sono contati 412 morti su 4800 casi totali. Intorno all’8 per cento, meno della Lombardia (circa il 18 per cento, con 16mila decessi) e più della Cina che ne avrebbe registrato il 3 per cento. Ammesso che si tratti di numeri attendibili».

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