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Gazzetta: l’algoritmo di Gravina è da mago Oronzo. Cosa avrebbe previsto per Roma-Lecce?

“Il calcio non è una scienza esatta, vive di imprevedibilità. Cattivo gusto parlare di vittoria contro il cialtronismo”. Il sospetto – nostro – che oggi l’algoritmo favorisca la Lazio

Gazzetta: l’algoritmo di Gravina è da mago Oronzo. Cosa avrebbe previsto per Roma-Lecce?

Ieri il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha parlato a Sky dei piani B e C per portare avanti la stagione in caso di nuovo stop. Se il calcio si dovesse fermare definitivamente, ha detto, verrà in soccorso un algoritmo che sarà presentato presto.

Una trovata che oggi, sulla Gazzetta dello Sport, Andrea Di Caro definisce

“una uscita comica degna del mago Oronzo o del Mago Forest ai tempi di Mai dire gol”.

I parametri che adotterà l’algoritmo sono ignoti. Ricordiamo, noi del Napolista, che l’algoritmo è stato utilizzato anche per stilare classifica finale francese.

“Che sia un’idea strampalata però lo si evince già da alcune osservazioni. Grazie a un algoritmo la classifica cristallizzata al momento dell’interruzione potrebbe cambiare e così, per esempio, una squadra salva potrebbe finire in B e la prima in classifica finire seconda!”.

Ma il calcio, scrive Di Caro, non è una scienza esatta, “vive di imprevedibilità che ne decretano la bellezza e a volte la tragicità”.

E cita degli esempi.

Cosa avrebbe previsto l’algoritmo nel 1986 per Roma-Lecce, presunta passeggiata che costò uno scudetto? E per Perugia-Juventus del 2000? O Lazio-Inter del 5 maggio 2002? O a fine primo tempo di Milan-Liverpool 3-0, finale di Champions? Più facile incontrare una big senza pretese o una piccola che deve salvarsi?”.

Potremmo anche essere d’accordo. Ci sorge, però, il leggerissimo sospetto che al momento l’algoritmo favorirebbe la Lazio. Non si spiegherebbe altrimenti quest’uscita della Gazzetta che negli ultimi giorni ha trasformato il giornale in un lanciafiamme (per dirla alla de Luca) contro Lotito.

Non solo l’algoritmo. Per Di Caro Gravina è scivolato nel cattivo gusto definendo la ripartenza come una vittoria ottenuta in un sistema in cui convivono «mecenatismo e cialtronismo».

Scrive:

Il presidente della Figc dovrebbe avere maggiore rispetto, pur non condividendone le idee, di chi ha predicato cautela davanti all’emergenza, che non è stata inventata da anfitrioni, ma ha causato 30 mila morti. La ripartenza è un’opportunità che salverà forse il pallone da cause legali e attenuerà la crisi economica, ma evitare enfasi e offese lo avrebbe calcolato pure un algoritmo”.

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