Repubblica intervista il presidente del Consiglio Superiore di Sanità: «È importante definire accuratamente la validità dei test. Ministero e Comitato al lavoro per validarli nel più breve tempo possibile»
Il governo pensa a test di sieroprevalenza da effettuare sulla popolazione per scoprire chi è immune al virus. Da lì bisognerà partire anche per riattivare l’economia del Paese. Oggi Repubblica intervista sul tema Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico scientifico. I test sul mercato sono tanti, bisogna individuare i migliori.
«È importante definire accuratamente la validità dei test, cioè la loro sensibilità e la loro specificità, per non incorrere in risultati inaffidabili, cioè evitare i cosiddetti falsi positivi e negativi. Il ministero della Salute e il Comitato sono al lavoro per validare nel più breve tempo possibile i test sierologici e consentirne poi una solida applicazione sul territorio nazionale».
Con uno studio sieroepidemiologico su una larga fetta della popolazione si comprenderebbero meglio le caratteristiche dell’epidemia e si potrebbe avere una stima del numero di positivi.
«Si può ipotizzare che il tasso di sieroprevalenza sia molto diverso tra le Regioni: ci si possono aspettare tassi maggiori in quelle che sono state più interessate dall’epidemia».
Al momento, spiega Locatelli, l’immunità sembra durare alcuni mesi.
«I dati attualmente disponibili sullo sviluppo di un’immunità sono pochi e non in grado di rispondere compiutamente alla domanda sulla sua durata. Questo detto, possiamo ipotizzare che la risposta immune al virus duri almeno per alcuni mesi e sia protettiva rispetto al rischio di ulteriori infezioni» .