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Toloi: «Atalanta-Valencia causa dei contagi di Bergamo? È presto per dirlo, pesante affermarlo»

Il brasiliano dell’Atalanta al Corriere Bergamo: «Adesso è difficile pensare al calcio. Sono preoccupato per il Brasile, non hanno la nostra percezione della malattia» 

Toloi: «Atalanta-Valencia causa dei contagi di Bergamo? È presto per dirlo, pesante affermarlo»

Il Corriere Bergamo intervista Rafael Toloi, difensore dell’Atalanta.

«Prima o poi torneremo a giocare, ma in questo momento è difficile pensare al calcio».

Toloi è brasiliano, ma vive a Bergamo da molti anni.

«Oramai mi sento bergamasco, amo la città e la sua gente. Mi dispiace molto per tutto quello che sta accadendo. È un periodo complicato per tutta Italia e purtroppo Bergamo è la città più colpita. Abbiamo perso tante persone, ma sono sicuro che insieme supereremo questo momento e torneremo tutti a sorridere. Ma, ripeto, non è facile».

Anche in Brasile, dice, iniziano a crescere i contagi. E la cosa lo preoccupa.

«Sono preoccupato, perché là vive tanta gente e perché ancora non hanno la nostra stessa percezione. Quello che stiamo affrontando in Italia nemmeno se lo immaginano. Fortunatamente i miei stanno bene e il vivere in un paese abbastanza isolato, con poche persone, può essere un vantaggio. Anche loro sono preoccupati per me, perché leggono le notizie che arrivano da qui. Ma cerco di tranquillizzarli e li invito a prendere tutte le precauzioni possibili per evitare di contrarre la malattia».

Atalanta-Valencia può aver influito sui contagi i Bergamo?

«Per me è presto per dirlo ed è pesante affermarlo. Soprattutto perché non ci sono basi scientifiche e perché ci sono molti altri aspetti da considerare sul contagio».

Toloi racconta il suo isolamento, passato in famiglia, con la moglie e la figlia, e dell’attenzione a mantenere la forma fisica.

«Sto attento alla dieta e ho allestito una piccola palestra in garage, dove trascorro due o tre ore ogni giorno. L’Atalanta poi mi ha inviato un tapis roulant e riesco a fare lunghe corse e a tenermi maggiormente allenato. Certo, mi manca il pallone, ma mi sento bene fisicamente. E cerco di mantenere alta la concentrazione e di migliorarmi. Anche in questa situazione».

Guarda vecchie partite per analizzare i propri errori, anche se adesso non è il momento di pensare al calcio.

«Lo ripeto, è difficile pensare al calcio oggi. Ho letto di un sacco di proposte come quella di ricominciare a maggio e giocare in estate. Secondo me prima dobbiamo attendere che l’emergenza finisca, aspettare che le cose migliorino. Siamo ancora in un momento delicato ed è azzardato fare previsioni».

Con i compagni di squadra si sente via WhatsApp, nella chat della squadra.

«Ogni giorno cerco di sincerarmi che tutti stiano bene».

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