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CorSport: i calciatori temono conseguenze economiche in caso di sciopero

Il dietrofront è motivato dal fatto che hanno capito che, portando avanti l’agitazione, avrebbero dovuto risarcire i danni chiesti dai club, dalla Lega e dalle tv titolari dei diritti

CorSport: i calciatori temono conseguenze economiche in caso di sciopero

La giornata di ieri è stata estremamente convulsa. Ad un certo punto i calciatori hanno anche paventato uno sciopero di due giorni, salvo poi fare dietrofront. Era anche pronto un comunicato in cui si dava notizia dell’agitazione.

Il Corriere dello Sport scrive dei motivi del dietrofront.

“Alla fine, però, siccome Figc e Lega non hanno fatto passi indietro, i calciatori hanno deciso di scendere in campo per senso di responsabilità, ma anche perché hanno capito che, non facendolo, sarebbero andati incontro a conseguenze serie dal punto di vista economico. In pratica sarebbero stati loro a risarcire i danni richiesti dai club, dalla Lega e dalle tv titolari dei diritti”.

Così, dopo i 75 minuti di ritardo sul fischio di inizio di Parma-Spal, le partite sono iniziate regolarmente. E la stessa cosa succederà oggi.

Ma la cosa non finisce qui, scrive il quotidiano sportivo. Già ieri l’Aic è tornata sulla vicenda con un duro comunicato in cui scrive che è impossibile giocare in queste condizioni e che si aspetta che il Consiglio Federale di domani decida lo stop.

Il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, ieri, a 90esimo minuto, ha chiarito il messaggio dello sciopero, e soprattutto che la richiesta dello stop non dovesse essere attribuita alla volontà dei calciatori, ma a una più generale condizione di impedimento:

Sembra che non si gioca perché non vogliono i giocatori ma non si deve e non si può”.

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