Sul Corriere Fiorentino. Un tecnico di laboratorio abile a cucire le confeziona per tutti. «Di necessità virtù. Ci siamo trovate in difficoltà. Non ci siamo arresi»
Negli ospedali scarseggiano le mascherine di protezione. E allora c’è chi se le fa da sé. Come all’ospedale di Massa, dove un tecnico di laboratorio ha deciso di adoperare la pausa pranzo per confezionarle a mano con la macchina da cucire.
La storia è sul Corriere Fiorentino. Lei è Stefania Moscardo, finora ne ha cucite 400 in poco meno di tre settimane.
«Di necessità virtù. Ci siamo trovate in difficoltà. Non ci siamo arresi. Non ci siamo arresi».
L’idea di procurarsi mascherine mediche è venuta al direttore di presidio, Stefania Lambardi.
«Sapevo che Stefania sa cucire, abbiamo cercato i materiali e lei — con grande generosità — si è messa a confezionare mascherine chirurgiche. All’inizio i nostri colleghi ci guardavano stupiti quando hanno saputo quello che stavamo facendo».
Ma poi lo stupore è passato e le mascherine sono state mandate anche agli altri reparti.
«Usiamo teli sterilizzati che sono composti di tessuto-non tessuto. Viene creata una misura standard e lavorata su quel tessuto. Poi vengono inseriti — all’altezza del naso — alcuni lacci. Noi usiamo quelli verdi che solitamente vengono adoperati per il giardinaggio. Infine vengono usati dei normali elastici gialli per fermare le mascherine alle orecchie. Poi vengono sterilizzate».