Intervista a La Stampa: “Sorrentino e io siamo del Vomero, guardiamo Napoli dall’alto e non sentiamo di farne parte fino in fondo. Questo ci ha aiutato a trovare anche altre cose: altre visioni, altri stimoli”
La Stampa, a firma Gianmaria Tammaro, intervista Silvio Orlando. Tra i temi anche il suo rapporto con la sua città, Napoli.
«La mia generazione ha sentito il peso dell’essere napoletani. È un’eredità enorme e insostenibile che ti limita, che quasi ti condanna. Tutto, se vuole, deriva da questa enorme speranza che c’è nei nostri confronti».
Orlando dichiara di non sentirsi sempre pienamente parte della città.
«Io e Sorrentino siamo due napoletani molto simili. Proveniamo entrambi dal quartiere Vomero, che è molto distante dal cuore della città: la guardiamo dall’alto, e non sentiamo di farne parte fino in fondo, e questo ci ha aiutato a trovare anche altre cose: altre visioni, altri stimoli».
Ma è difficile staccarsi dalle radici, ammette.
«E infatti, poi, ci ritorniamo sempre. Ma è necessario riuscire a non esserne schiavi e a tenere a freno le aspettative».