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Marotta: “Partite rinviate? Giusto rimandare anche quelle della settimana prossima”

L’ad dell’Inter a Mediaset: “Ci sono partite che al momento dovrebbero essere disputate a porte chiuse, è necessario un criterio unico. Il sistema calcio deve fare una valutazione sui troppi impegni” 

Marotta: “Partite rinviate? Giusto rimandare anche quelle della settimana prossima”

In diretta su Italia1 ha parlato l’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta. Il tema è, naturalmente, il rinvio di Juventus-Inter e delle altre sei partite che avrebbero dovuto essere disputate a porte chiuse.

“Una decisione che era nell’aria. Lo abbiamo saputo in mattinata. Come cittadino, in presenza di una grande emergenza, ritengo sia giusto tutelare la salute dei nostri connazionali. Come dirigente dico che dobbiamo gestire il momento di emergenza. Le partite oggi sono state rinviate all’ultimo momento. La mia valutazione va alla domenica successiva. Se dovesse essere confermato il decreto del Governo, anche nel prossimo weekend ci sono partite che devono essere oggetto di immediata valutazione. Come Atalanta, Inter, Verona, Spal. Ritengo necessario che venga utilizzato un criterio unico per una giornata e per l’altra”.

Sulla necessità del criterio unico Marotta ha spiegato meglio.

“Pur davanti a un’emergenza nel paese che è notevole, davanti al fatto che i tifosi devono essere tutelati, è giusto anche valutare che una partita senza pubblico perde tantissimo, ma è altrettanto vero che se viene utilizzato questo criterio per questa giornata, deve esserlo anche per la prossima settimana, per le partite che oggi, sulla carta, dovrebbero essere disputate a porte chiuse e devono essere coinvolte nello stesso criterio alla luce della decisione di oggi”.

C’è però un rischio di ingolfamento di calendario.

“Questo è un bel problema. Purtroppo ci sono squadre compresse in un calendario nazionale ed europeo di varie competizioni, c’è la sosta per le nazionali. Di spazi e giorni ce ne sono pochi. Questa è un’ulteriore riflessione che il sistema calcio deve fare. Le attività ufficiali sono molte, bisogna forse ridurle. Il primo strumento valido, a mio parere, è un campionato di Serie A a 18 squadre. Sono troppe le partecipazioni alle competizioni, stressano i giocatori e in casi di emergenza come questo rendono difficile la gestione dei calendari”

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