Buffa: “Gli sportivi oggi sono prigionieri di se stessi. Me lo ha detto anche Ancelotti”
Intervista a Repubblica: "Ancelotti mi ha detto: sono cresciuto zappando la terra, questi ci mettono 10 minuti per sistemarsi i capelli prima di giocare"

Su Repubblica, Angelo Carotenuto intervista Federico Buffa. Il giornalista, narratore, su Sky, di bellissimi ritratti di sportivi, racconta gli inizi della sua carriera e dichiara di odiare la parola storytelling, di considerarla oscena.
«Tra narratore e storyteller è meglio narratore. Non capisco perché tante volte una bella parola italiana sia sopravanzata da un’altra meno bella. Ora pare che tutto sia storytelling ma le storie sono sempre esistite. Casomai esistono stili diversi di narrazione».
Ammette di avvertire una grande responsabilità nei confronti del suo pubblico, costituito da molti giovani
«I ragazzi italiani non sono così passivi come vengono rappresentati. Ho il privilegio di avere un pubblico giovane. È una responsabilità che sento e che mi prendo».
Ammette di avere un debole per la storia di Phelps
«L’uomo che non sapeva vivere fuori dall’acqua. I due Phelps. Il disadattato che si muove all’asciutto e l’uomo pesce con una longevità agonistica inspiegabile».
E considera il pugilato lo sport più letterario esistente?
«Benché non esista più, o forse proprio per quello. Quando Scorsese sale con la steady cam sul ring di Toro Scatenato, cambia la storia del cinema. Ti mette dentro il match. Da bambino andavo in bici sotto casa di Riva e aspettavo che uscisse sul balcone a fumare. Gli sportivi di oggi sono prigionieri di se stessi. Ancelotti mi ha detto: sono cresciuto zappando la terra, questi ci mettono 10 minuti per sistemarsi i capelli prima di giocare».
Racconta di preferire raccontare le storie del passato, piuttosto che l’attualità e di essere riservato.
«Sono abbastanza abile nell’anticipare l’obiezione. È un privilegio raccontare storie del passato anziché l’attualità. Ti salva. Non ho nessun problema ad ammettere che questo non è più il mio mondo. Non ho attrazione per i social media. Ho un’ossessione per la privacy. Vivo per conto mio con le persone che mi piacciono. Ammetto di essere un anziano».
Parla anche della nostalgia
«È la memoria con un altro nome. Ho una devozione forte verso il concetto di memoria. Ho perso mia madre per l’Alzheimer. La perdita della memoria genera la perdita di identità. Della memoria ho una visione muscolare. Faccio esercizi. La irroro. Amo l’Argentina perché lí ho la sensazione di tornare nell’Italia di una volta, dove le persone si aiutavano. È questa la parte di mondo di cui sono nostalgico. La condivisione dei problemi».
Buffa ammette di avere una grande attrazione per gli sconfitti
«Ho un’enorme attrazione per loro, ma il pubblico molto meno. Il mondo superominico che si continua a celebrare è dall’altra parte. Eppure ci saranno sempre sacche di narrazione nella tv che rallenta di un battito, come ci diciamo a Sky con Zappia, rispetto al ritmo cardio chiamato a mostrare quattro volte un filo d’erba che sfiora lo zigomo».