Un’ipotesi che gli investigatori prendono con le molle. Ma i due fatti a poca distanza l’uno dall’altro potrebbero essere una vendetta per l’ammutinamento della squadra contro il club
Il furto in casa di Allan e il danneggiamento dell’auto della moglie di Zielinski sono oggi anche sul Giornale.
“Forse è una coincidenza o forse no, di certo è che le condizioni ambientali per gli azzurri sono arrivate al limite della sopportabilità”.
Il quotidiano solleva il dubbio che i due episodi siano
“una “vendetta” di una parte esagitata del tifo per l’ammutinamento avuto dalla squadra contro il club”.
Ci sarebbe un’ipotesi al vaglio degli investigatori, presa però “con le molle”, chiarisce il Giornale. E cioè che
“ci sarebbe una frangia di ultrà che avrebbe inscenato questi episodi per far pagare ai calciatori la colpa di aver rotto il giocattolo”.
Gli investigatori però ci vanno cauti. Nel caso di Allan, scrive il quotidiano,
“ci sono episodi descritti dalla moglie e riportati nella denuncia, che alludono ad alcune ipotesi in contrasto tra di loro. E nel caso di Zielinski, invece, si fa notare come nella stessa zona di Varcaturo qualche mese fa pure Milik rimase vittima di una rapina mentre si trovava in auto”.
La coincidenza dei due fatti a distanza di pochi giorni lascia però il dubbio. Casualità o atto premeditato? A Napoli non sono nuovi episodi del genere, ricorda il quotidiano. Zalayeta fu narcotizzato nel sonno e derubato. Hamsik subì il furto di auto e orologio. Cavani e Zuniga si ritrovarono con l’appartamento svaligiato e Insigne fu bloccato nel traffico e gli furono portati via contanti e un bracciale. Non furono risparmiati neanche Lavezzi e Behrami.
“Il quadro descritto dalla Direzione antimafia, che raccolse le dichiarazioni di un pentito, fu inquietante: rapine e furti erano un modo per punire i calciatori che disertavano le manifestazioni organizzate da ultrà. Questa volta quale sarebbe il movente?”