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La nuova strategia di De Laurentiis che toglie acqua ai papponisti

La campagna abbonamenti è una svolta della società che va incontro ai tifosi e pone le basi per far tornare il San Paolo l’uomo in più come ai tempi di Maradona

La nuova strategia di De Laurentiis che toglie acqua ai papponisti

Con un video di impatto, anche se non originalissimo, è partita ieri la campagna abbonamenti del Napoli per la stagione 2019/2020. Una città, Una società, Una passione è lo slogan, declinato in inglese (One City, One Club, One Passion) perché il Napoli sa di avere tifosi in tutto il mondo e si rivolge anche a loro. Uno, come unità. Basta con le divisioni, procediamo spalla a spalla (che era il motto di Benitez, presente nel video).

Una campagna rivoluzionaria

Si tratta di una campagna rivoluzionaria, almeno per la storia recente degli azzurri. Ultima stagione a parte, quando non fu possibile abbonarsi (ufficialmente) a causa dei lavori che avrebbero interessato vari settori, il Napoli di De Laurentiis non ha mai puntato sugli abbonamenti. Campagne sottotono, prezzi che a fine stagione sono risultati sempre più alti della somma dei singoli biglietti (c’è anche chi ha fatto causa per questo) e, soprattutto, la sensazione che alla società non importasse poi tanto di fidelizzare i propri tifosi. Il risultato è stato clamoroso, con il Napoli agli ultimi posti della serie A per numero di abbonamenti, preceduto finanche da società piccole e piccolissime.

Campagna abbonamenti 2019

Campagna abbonamenti 2019

Sul finire della stagione scorsa ci appellammo a De Laurentiis perché facesse il primo passo per ricomporre la frattura con i propri tifosi. Non parlo, ovviamente, del tifo organizzato, con il quale a mio avviso non c’è nessuna speranza di dialogo e di reciproca comprensione. Parlo del grosso della tifoseria, quella che in questi anni si è lasciata attrarre nel vortice del papponismo, quella strana corrente di pensiero che vede nel presidente il male del Napoli, anziché l’artefice della sua rinascita dopo il fallimento di 15 anni fa.

15 anni di De Laurentiis

Già, perché in questi giorni sono esattamente 15 anni che il Napoli è rinato. I tifosi più giovani hanno già la fortuna di non ricordare i due anni di Serie C alla quale fummo condannati dopo il fallimento dell’era Naldi/Corbelli. Bisognerebbe ricordarlo ai fanatici del “meritiamo di più”.

Fatto sta che il passo De Laurentiis l’ha fatto, eccome. I prezzi degli abbonamenti sono scesi vistosamente rispetto a quelli di due anni fa. Il Napoli ha anche comunicato in anticipo i prezzi per tutte le partite, dividendo gli incontri in tre fasce e per la prima volta chi si abbona sa già quanto risparmierà. Si dà anche la possibilità a chi si abbona di cedere per 5 volte il proprio titolo di accesso a qualcun altro, un’opzione importante soprattutto per chi non vive a Napoli e non può sapere in anticipo se sarà in grado di assistere a tutti gli incontri.

Siamo passati da quella che definimmo una politica incomprensibile e schizofrenica ad una programmazione assennata e oculata, orientata verso i tifosi, trasparente.

Come hanno reagito i papponisti?

Le prime reazioni dei papponisti storici, raccolte sui social, sono indicative del nuovo clima che si sta creando. Hanno scritto lunghi post che potremmo riassumere in “Odio De Laurentiis, ma…”, proprio come fanno i razzisti e gli omofobi quando cercano di spiegare le loro posizioni.

In quel “ma” c’è tutta l’acqua che il Napoli sta togliendo ai papponisti. Ora il San Paolo ha una veste nuova, i maxischermi e i bagni nuovi (ancora con tutti i faretti), gli abbonamenti sono a prezzi accessibili, la campagna acquisti procede, i sarristi sono stati ridotti al silenzio dalla giravolta del loro guru, in panchina c’è un fuoriclasse come Ancelotti (e la sensazione è che il suo buon senso sia stato determinante nella svolta che stiamo raccontando), a cosa si potranno attaccare i contestatori? Siamo sicuri che qualcosa troveranno, ma saranno argomenti labili, contorti e di scarso appeal. Argomenti che difficilmente faranno breccia nel grosso della tifoseria. Ci sono i presupposti, dopo tanto tempo, per far tornare il San Paolo un’arma in più per gli azzurri, come lo era ai tempi di Diego (anche questo un concetto molto caro a Carletto che di quello stadio serba un intimorito ricordo da avversario). Vedremo se la città raccoglierà la sfida, se si passerà dai circa 4500 abbonamenti delle ultime volte ad una quota più consona al Napoli. L’Inter di Conte che contesta la società in conferenza stampa, ha già esaurito tutti gli abbonamenti ed ha aperto la lista di attesa per la stagione 2020/21. A quanto si arriverà a Napoli? Io dico che l’obiettivo minimo è 25.000. Se si sfonderà quella cifra sarà un successo clamoroso e la dimostrazione che la società continua a crescere, sportivamente e complessivamente.

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