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La schizofrenica politica dei biglietti da parte del Napoli

Il momento difficile del Napoli con i tifosi divisi in due fazioni e le solite discussioni sulla rosa e sul suo utilizzo da parte di Sarri

La schizofrenica politica dei biglietti da parte del Napoli
Sarri e De Laurentiis in una foto di Matteo Ciambelli

La rosa

Scrivere dopo il periodo più brutto della stagione (dal primo novembre il Napoli ha collezionato 3 vittorie, 3 sconfitte e due pareggi, è uscito dalla Champions League e ha perso il primato in classifica, ha perso Ghoulam per un lungo infortunio e le notizie su Insigne non sono confortanti) non è semplice. La “piazza”, come si suol dire, è divisa tra chi se la prende con l’integralismo di Sarri e la sua idiosincrasia per il turn over e chi, come al solito, ce l’ha con il presidente per non aver allestito una rosa all’altezza.

Il Napoli sulla carta ha la seconda rosa per valore di mercato in Serie A (dati Transfermarkt) nella quale si contano 25 giocatori. In realtà sono 23 perché Tonelli e Leandrinho, per motivi diversi, non possono essere considerati. Tolti i tre portieri, gli azzurri possono contare su 20 uomini di movimento di cui, in questo momento, 3 sono infortunati. Siamo a 17 uomini: 7 difensori (Koulibaly, Albiol, Chiriches, Maksimovic, Maggio, Hysaj e Mario Rui); 6 centrocampisti (Jorginho, Hamsik, Allan, Zielinski, Rog e Diawarà); 4 attaccanti (Mertens, Callejon, Ounas e Giaccherini).

Sicuramente non è una rosa lunga e altrettanto sicuramente la predilezione di Sarri per alcuni giocatori rende impensabile il turn over. Il Napoli, tra le squadre che giocano le coppe europee, è quella che ha il tasso più alto di utilizzo dei titolarissimi. Ha giocato l’82,5% del tempo con gli stessi 11. Per fare un raffronto: la Juve il 67,1%, la Roma il 75%, la Lazio il 74,6%. Solo l’Inter ha impiegato i titolari per più tempo (87%) ma, appunto, non ha le coppe e finora ha giocato ben 8 partite in meno.

Il mercato

Inutile giocare con i “se”, perché continueremmo a dividerci tra chi pensa che Sarri con giocatori diversi farebbe più turn over e chi pensa che un giocatore più forte di Ounas a Napoli non verrebbe con la prospettiva di fare panchina per tutta la stagione (io, lo ammetto, propendo più per questa seconda ipotesi). Il dato di fatto è che la rosa è questa e che la riconferma in blocco della squadra che l’anno scorso è arrivata terza è stata valutata positivamente, in estate, da tutti. Si è parlato di patto scudetto tra giocatori e allenatore, si è detto che il mercato del Napoli erano i rinnovi.
Anche se autocitarsi non è elegante, in tempi non sospetti avevo detto che questo istinto conservativo non avrebbe fatto bene al Napoli, che è squadra che può migliorarsi (e mai partire favorita) solo se è dinamica e si rinnova continuamente.

Personalmente non spero nemmeno in un mercato di riparazione salvifico. Con Sarri molto probabilmente in partenza, il presidente, già di suo poco avvezzo agli acquisti di gennaio, avrà un motivo in più per non spendere. Se un po’ lo abbiamo imparato a conoscere, sarà più incline a rifare la squadra, anche con qualche cessione illustre, l’anno prossimo. Gennaio, tuttavia, potrebbe essere comunque il mese da aspettare. Nonostante il periodo no, infatti, il Napoli è in piena lotta per lo scudetto: fare punti nelle partite che precedono la sosta sarà determinante per la stagione, in attesa che Milik e soprattutto Insigne tornino a disposizione.

Giornalisti e biglietti

Questo Napoli è stato autore, in ogni caso, del miglior inizio campionato della storia degli azzurri, ha frantumato record storici e merita di essere supportato, anche sorvolando sulla disfida tra fazioni (sarristi/antisarristi), a patto di accettare qualche verità inconfutabile: nessuno può ritenersi incriticabile; i giornalisti esistono apposta per fare domande, anche non gradite; la norma è che la stampa e gli opinionisti si esprimono liberamente e non sono prezzolati (e chi dice il contrario dovrebbe dimostrarlo).

A proposito di critiche: non smetterò mai di meravigliarmi per l’impostazione schizofrenica del prezzo dei biglietti al San Paolo. Campagna abbonamenti inesistente, nessuna agevolazione per gli abbonati (tranne le prelazioni) e prezzi più alti rispetto all’acquisto dei singoli biglietti, nessuna formula (tipo mini abbonamento) per la Champions League, i prezzi per i singoli incontri decisi di volta in volta con criteri quantomeno criptici…

Nell’ultima partita di Champions League tutti abbiamo notato lo stadio pieno del Feyenoord. Forse non tutti, però, sanno che gli olandesi hanno messo in vendita addirittura prima dei sorteggi (quindi senza conoscere date e avversari) dei miniabbonamenti per le partite interne (prezzi dai 96 ai 207 euro, a seconda del settore) e che c’erano molte agevolazioni per gli iscritti ai club ufficiali e per i ragazzi. A Napoli niente di tutto questo e, infatti, la partita con la Shakhtar è stata giocata tra pochi intimi.

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