Editoriale sul CorSport: “L’esclusione di Icardi dettata solo da ragioni personali e ambientali legate al protagonismo di Wanda. Si replica l’errore di Spalletti”
Quella di Antonio Conte all’Inter sembra essere una “coabitazione dialettica, se non problematica”. E’ il giudizio che dà del rapporto tra il nuovo tecnico e il club nerazzurro, sul Corriere dello Sport, il vicedirettore Alessandro Barbano,
“Se le parole hanno un senso, quelle pronunciate ieri dal tecnico leccese esprimono una presa di distanze netta dagli esiti del mercato nerazzurro”.
Conte deluso e preoccupato
Conte ha messo le mani avanti a un mese dall’inizio del campionato, scrive Barbano, rendendo pubblica la sua delusione rispetto alle aspettative di un mercato che si aspettava di altro livello. Non solo la delusione, anche la preoccupazione:
“Conte teme di non poter sostenere con i risultati l’immagine della corazzata anti-Juve che in queste settimane è andata formandosi attorno al suo spogliatoio”.
Il tutto alla vigilia del derby d’Italia in programma oggi.
Il materiale umano considerato scarto
Le parole di Conte raccontano l’inquietudine del tecnico e la fragilità della sua relazione con la società, che, scrive Barbano,
“è figlia di una rigidità che coincide con un’utopia: quella di poter ricostruire una squadra da cima a fondo, disfacendosi di tutto quel materiale umano che non è considerato ideale, e perciò stesso diventa scarto”.
Uno scarto che vale più di cento milioni di euro, se consideriamo il deprezzamento di Icardi, Nainggolan e Perisic.
“Il tecnico lo ha preteso in nome di uno spoil system che pare mutuato da certi sistemi politici adusi all’irrilevanza dei conti pubblici (ogni riferimento è puramente casuale). Non ha debitamente valutato che le società di calcio sono invece imprese, sottoposte, prima ancora che ai vincoli finanziari, alla coerenza di una gestione chiamata a valorizzare il loro intero patrimonio”.
L’errore dell’Inter
L’Inter ha commesso l’errore di assecondare la pregiudiziale del tecnico e ora si trova stretta all’angolo perché non può muoversi sul mercato come vorrebbe l’allenatore e non riesce a fargli capire che
“il suo stratosferico ingaggio può giustificarsi proprio con il miglior impiego della rosa disponibile, piuttosto che con la sua sostituzione con una di valore e costo stellari”.
Icardi finirà ad una rivale
La conseguenza è stato l’inseguimento a Lukaku, che ora si scopre irraggiungibile, mentre in casa si accantonava Icardi, che ha segnato più gol del belga. Ora, però, l’argentino è svalutato e si pensa di cederlo a una delle più forti rivali in campionato, il Napoli o la Juventus.
“Se la Juve o il Napoli domani vincessero lo scudetto con i gol dell’argentino negletto, non avrebbe forse compiuto l’Inter un capolavoro di autolesionismo? Non basterebbe certo aver dichiarato la riduzione delle aspettative per sottrarsi a un giudizio molto severo”.
Lo stesso errore di Spalletti
Non ci sono giustificazioni, né tecniche né tattiche, all’esclusione di Icardi, scrive Barbano,
“ma solo ragioni personali e ambientali legate al protagonismo della moglie procuratrice, che Spalletti ha ingigantito finendo per restarne travolto. La sensazione che l’errore si stia replicando è forte. Non solo nel merito, ma soprattutto nel metodo”.
Chi ricostruisce non abbatte le fondamenta
Basta confrontare la strategia dell’Inter con quella della Juventus, che ha un problema analogo con Higuain: anche il Pipita è stato messo sul mercato, ma in modo nettamente diverso.
“Riflettano, Marotta e Conte. La cui personale credibilità ha ricompattato l’ambiente e, soprattutto, ha convinto l’azionista cinese a investire nel limite del ragionevole. Il loro sodalizio vale una scommessa impegnativa: ricostruire per vincere. Ma chi ricostruisce non abbatte le fondamenta”