Pallotta scrive una lettera ai tifosi della Roma, che sembra quella di un padre lontano ai figli che si sentono abbandonati
E’ lunghissima la lettera con cui Jim Pallotta si rivolge ai tifosi della Roma, “ovunque siano”. La Roma l’ha pubblicata sul suo sito ufficiale.
Il presidente si dice più deluso di tutti e arrabbiato per come sono andate le cose alla squadra negli ultimi 18 mesi.
“Mi dispiace per gli errori che abbiamo commesso, uno di questi si è rivelato molto grave a livello sportivo. È stato probabilmente uno dei più grandi errori che abbia mai commesso nella mia intera carriera e alla fine sono io che me ne devo assumere la responsabilità”
Pallotta assicura che è già al lavoro per risolvere le cose, immaginando una riorganizzazione di alcune aree societarie e “per risolvere alcuni problemi, che solo di recente sono giunti alla mia attenzione”.
L’impegno per cui si sta lavorando, scrive, è di portare alla Roma persone di talento che riportino la squadra “sui più grandi palcoscenici”, quelli che meritano, per lottare per i trofei e per rendere orgogliosi i tifosi.
Il presidente ricorda che la Roma, prima di questa stagione e comunque negli ultimi quattro o cinque anni è stata competitiva e ha battuto anche diversi record ma che questo non è bastato per alzare una coppa, che è l’unico motivo per cui è al suo posto. Ma la società ha lavorato, ha investito tanto, nonostante l’ultima stagione sia stata “un completo disastro”.
“Con i miei investitori, ho versato centinaia di milioni di euro e ho già speso probabilmente quasi novanta milioni di euro in un progetto per lo stadio che avrebbe dovuto essere approvato anni fa: uno stadio che assicurerebbe benefici alla Roma, alla città e al calcio italiano. L’ho già detto un milione di volte: se vogliamo competere con i maggiori club europei, abbiamo bisogno dello stadio”
Respinge le accuse
Pallotta respinge le accuse di chi dice che gli interessa solo fare soldi con la Roma:
“Non ho mai preso uno stipendio. Non ho mai tirato fuori un soldo dalla squadra. Non ricavo nulla dalle cessioni dei giocatori. Non guadagno niente dalle vendite delle maglie da gioco. Non prendo un centesimo. E se la squadra varrà molto di più in futuro, la mia vita non cambierà neanche in minima parte. Sono stato un uomo fortunato e guidato dalla provvidenza. La mia vita non cambierà accumulando più denaro”
Poi viene al punto: l’articolo pubblicato giovedì su Repubblica. Ammette di aver definito quanto letto all’alba di ieri “cazzate” e aggiunge di aver “sostenuto una lunga e assai dettagliata conversazione con uno degli estensori del pezzo” e poi:
“ritengo che alcune parti siano vere e altre parti chiaramente non corrette. Mea culpa”.
Non è giusto, scrive, che sia messo in cattiva luce De Rossi: “merita rispetto e io l’ho sempre rispettato”, nonostante le divergenze che ci sono state per il suo addio di cui chiarisce di non voler parlare.
Scrive che il turbamento del capitano era dovuto al suo affetto per la squadra e che le sue parole allo spogliatoio lo hanno reso un grande capitano:
“Il giorno dopo ancora è tornato sui suoi passi e ha detto: “Mi dispiace per il mio sfogo”
Vogliono rovinare l’ambiente
Pallota viene al dunque, parla del fatto che vogliono rovinare l’ambiente Roma
Penso che non ci sia dubbio sul fatto che alcune persone esternamente amino le polemiche e vogliano causare problemi a questa squadra. Vogliono che alla Roma vada tutto a puttane. Si preoccupano dei loro obiettivi personali, piuttosto che della squadra o dei veri tifosi. Ed è per questo che continuano a fornire notizie negative ai giornalisti, nel tentativo di sensazionalizzare screzi o problemi ordinari che possono accadere nella quotidianità del Club o dello spogliatoio.
A volte sbagliamo? Certo, ogni club lo fa.
Abbiamo sbagliato tanto la scorsa estate? Senza dubbio.
Pallotta non si nasconde, fornisce ai tifosi spiegazioni di tante scelte che gli sono state contestate in questi anni, scelte difficili, come quella relativa a De Rossi, ma necessarie per portare avanti un’azienda e il sogno Roma
Avrei dovuto essere di più a Roma
Il rapporto con De Rossi
Si rimprovera anche l’assenza allo stadio per l’addio di Daniele, ma gli errori non si possono cancellare, si può solo cercare di lavorare insieme affinché si migliori e si cresca, ed è questo che si auspica
Vogliamo che Daniele faccia parte di questo Club per sempre e speriamo che questo succeda.
A me sembra chiaro che ci siano alcune persone che sono insoddisfatte perché non potranno mai manipolarmi, minacciarmi o attaccarmi al punto da farmi vendere il Club. Conosco la storia di quasi tremila anni di Roma e so come funziona. Se qualcuno pensa di farmi scappare, questo non succederà.
Vogliamo costruire qualcosa di grande qui e lo stesso desiderano tutte le persone che operano nel Club ogni giorno. Credo che la maggior parte dei tifosi voglia la medesima cosa.
La lettera va letta tutta, senza tralasciare nulla, come quella di un padre lontano ai figli che si sentono abbandonati.
Il presidente termina come un comune tifoso della Roma al grido di
Forza Roma