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L’espulsione di Ancelotti è la punizione del ribelle che ha smascherato il sistema

In Italia c’è chi può urlare in faccia a un arbitro “testa di c***o” senza ricevere sanzioni, e chi viene espulso, fondamentalmente, per altri motivi

L’espulsione di Ancelotti è la punizione del ribelle che ha smascherato il sistema

Le responsabilità della classe arbitrale

Non so voi, ma francamente così è imbarazzante. Il calcio italiano gioca – ancora una volta – con la sua credibilità. E non è un discorso di colori, di tifo, di maglie, di appartenenza. Le beghe social, i “gombloddi” o “la nuova calciopoli” non mi interessano. A Milano, ieri sera, è andata in scena una squallida rappresentazione del nostro sistema. Un sistema rotto, messo insieme da una colla ad hoc che viene creata di volta in volta per ripararne i cocci. La classe arbitrale ha molte responsabilità in tal senso. E ne ha per come decide di applicare arbitrariamente (uso questo termine non a caso) il regolamento.

Nel nostro Paese c’è chi può urlare in faccia ad un ufficiale di gara “testa di c***o” senza ricevere sanzioni. C’è chi, invece, viene immediatamente espulso per aver utilizzato la stessa terminologia. Evidentemente, ogni arbitro interpreta semanticamente il membro maschile in maniera diversa. Complessi. Chiedere a Edipo.

L’onta della Uefa

Ancelotti è stato allontanato dal direttore di gara quasi come se non si vedesse l’ora di punire colui che ha smascherato la viltà di un sistema che non è in grado di punire razzisti e delinquenti. L’onta dell’Uefa – che ha rimproverato il sistema calcio italiano, reo di non essere in grado di applicare il protocollo sul razzismo e sulle discriminazioni – doveva essere lavata. Bisognava dare un segnale. Bisognava crocifiggere il ribelle. Discorso a parte per Fabian. Espulsione bizzarra, la sua. Ma forse “ci può stare”. Confondere una coscia con un braccio se sei un arbitro in confusione. Se non arriverà e alla svelta il ricambio generazionale della classe arbitrale, saremo costretti a proseguire le denunce contro la mediocrità dei fischietti italiani. Nel frattempo, però, sostengo ad alta voce Ancelotti e chi come lui vorrà tentare di cambiare in meglio questo sport.

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