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La Uefa mette il calcio italiano fuori dall’Europa (a partire da Nicchi e Gravina)

Mentre l’Uefa condanna la gestione arbitrale della partita (“non è stato rispettato il protocollo anti-razzismo”), i vertici del calcio italiano hanno difeso Mazzoleni

Il durissimo comunicato

Il calcio italiano è fuori dalla Uefa. Non lo è nella forma, ma lo è nella sostanza. E lo è da ieri sera, da quando la Uefa ha diffuso il suo durissimo comunicato su quel che è avvenuto mercoledì sera a San Siro. Comunicato in cui condanna la gestione di Inter-Napoli, scrive chiaro e tondo che non è stato rispettato il protocollo anti-razzismo, applaude la decisione di chiudere San Siro per due partite e la curva per tre. La Uefa ha ricordato che il Napoli ha provveduto a informare l’arbitro. E che, ovviamente, i cori razzisti sono inaccettabili.

Il passaggio che mette l’Italia del calcio in fuorigioco è quello sul mancato rispetto del protocollo anti-razzismo. È una dura accusa alla gestione della gara da parte di Mazzoleni che avrebbe quindi dovuto fermare l’incontro. È nel suo potere farlo, non fatevi distrarre da amanti del cavillo. Lo fecero Irrati e Gavillucci in Lazio-Napoli e Sampdoria-Napoli. Mazzoleni non lo ha fatto. Ha sbagliato. Ma è decisamente più grave la difesa del suo comportamento che è stata portata avanti dal presidente della Figc Gabriele Gravina e dal capo degli arbitri Marcello Nicchi. Il secondo addirittura con protervia.

Non solo. Il comunicato è congiunto con la FifPro l’associazione di calciatori professionisti che su Twitter scrive chiaro e tondo che in caso di mancata tutela dai cori razzisti da parte delle autorità i calciatori hanno il diritto di abbandonare il campo. E su Twitter la FifPro fa espressamente riferimento ad Ancelotti.

L’autogol di Gravina e Nicchi che hanno difeso Mazzoleni

Gravina ha detto: «Dobbiamo stare tutti un po’ più sereni e tranquilli, l’arbitro Mazzoleni ha applicato le regole nel migliore dei modi ma alcune dichiarazioni dei giorni precedenti sicuramente non l’hanno aiutato nel suo lavoro». Ha scaricato la responsabilità su De Laurentiis che pure ci ha messo del suo con quelle dichiarazioni. Dichiarazioni che però, va riconosciuto, si sono rivelate profetiche. Non avrebbe detto le stesse parole con altri arbitri. Ma siamo comunque d’accordo con Gravina, De Laurentiis avrebbe dovuto risparmiarsi quella frase. Frase che tra l’altro – ma questo è un altro discorso – ha secondo noi contribuito a innervosire la squadra. Non siamo però d’accordo sul collegamento con l’operato di Mazzoleni. È grave se Mazzoleni si sia fatto condizionare dalle parole di De Laurentiis. Che vuole dire? Che non ha fermato la partita per ripicca? Anche Gravina avrebbe dovuto pesare le parole. Si è appiattito in una difesa sterile dell’arbitraggio.

Lo stesso dicasi per Nicchi che ha addirittura liquidato quasi con sprezzo le opinioni di chi riteneva che Mazzoleni avesse sbagliato. «Cori razzisti? Non abbiamo niente da dire, c’è già tanta gente che parla a sproposito. Tutto quello che c’è da fare noi lo facciamo». Come se un arbitro italiano non possa essere messo in discussione. Gli arbitri in Italia sono intoccabili. È incredibile, è una delle ultime caste che possiede immunità ormai riservate a pochissimi.

Il calcio italiano vive un’altra dimensione

Il comunicato della Uefa dimostra, però, che è il calcio italiano a vivere in un’altra dimensione. Una dimensione purtroppo solida e consolidata dalle nostre parti. Non esiste un movimento d’opinione che prenda di petto Nicchi per le sue dichiarazioni, che gliene chieda conto. Tutto passa sotto silenzio. Nessuno ha il coraggio di protestare, di dire che non va affatto bene. Da noi ci sono media, come Sky Sport, che addirittura certificano la policy che prevede di parlare il meno possibile di fenomeni di razzismo. Impensabile in qualsiasi altro Paese, da noi si ha la sfacciataggine di dirlo in trasmissione come ha fatto Fabio Caressa mercoledì sera.

Ci saremmo aspettati altro da Figc e Aia il giorno dopo Inter-Napoli. Sarebbe dovuta arrivare una strigliata all’operato di Mazzoleni. Inter-Napoli è stata una figuraccia mondiale. L’immagine di Koulibaly è ovunque. È stata una serataccia per il calcio italiano. Che invece si è chiuso nel proprio fortino. Consapevole del proprio potere entro i confini nazionali. E insiste aprendo fascicoli sui presidenti che osano criticare gli arbitri. I signori del pallone perseverassero pure, a noi sembrano in un vicolo cieco. Quel comunicato della Uefa è uno schiaffo in pieno volto all’establishment italiano del calcio. Da noi vigono regole che nel resto d’Europa sono considerate aberranti. L’Italia del calcio è fuori dall’Europa.

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