Dopo la sconfitta col Real Madrid, a Vinovo sarebbe stato sottoscritto un patto scudetto (più Coppa Italia). A Napoli ne sappiamo qualcosa, ma è la normalità dello sport.
Dopo il Real Madrid
Non ce ne vogliano gli amici de La Stampa, loro sono dei novizi e quindi non è che possiamo prendercela più di tanto. Solo che qui, a Napoli, abbiamo sviluppato un sentimento di noia rispetto all’espressione idiomatica “patto-scudetto”. Anche oggi ne ha scritto la Gazzetta, in un pezzo sul futuro di Sarri. Ne abbiamo parlato qui. Bene, ora anche la Juventus si è iscritta a questo partito di “coloro che fanno i patti”.
Leggiamo La Stampa: «”Ora trasformiamo la rabbia e la delusione in energia positiva: meritiamo di vincere scudetto e Coppa Italia”. Questo è il patto dello spogliatoio bianconero che viene siglato in una Vinovo blindata, dopo una notte insonne trascorsa in volo da Madrid a sfogare lacrime e collera. La Juve si lecca le ferite, con la voglia di scaricare subito la propria furia in campo. Tenendo nel cuore e nella mente una prova (e un risultato) che fa da spartiacque per il presente e soprattutto il futuro».
Ecco, la differenza sostanziale rispetto al “patto” del Napoli sta nell’atteggiamento di fondo, o meglio di riferimento. Per la squadra azzurra è l’unione emotiva rispetto al progetto tattico; a Torino, invece, è una questione di rabbia e furia e cattiveria agonistica. Ognuno sceglie su cosa fondare e siglare il proprio patto.
La retorica
Ovviamente, almeno secondo noi, è tutta una questione di retorica. Perché anche il Milan, l’Inter, la Roma e il Cagliari hanno un patto. Che è quello di essere professionali, allenarsi al massimo e (provare a) giocare bene, in modo da vincere le partite. Seguire un obiettivo comune è il patto alla base di ogni rapporto lavorativo, di ogni sport di squadra, di tutte le cose condivise della vita.
Come dire: non è che la sconfitta di Madrid abbia portato la Juventus a stipulare questo patto. Questo patto c’era già prima, altrimenti non sarebbero in testa e non avrebbero raggiunto la finale di Coppa Italia. Per dirla ancora meglio: non c’è stato nessun patto neanche prima, alla Juventus e in tutte le altre squadre del mondo si lavora per vincere. Non è che prima non si siano impegnati e ora si impegneranno di più.
Sì, forse parlare di “patto” per il Napoli è diverso, la squadra di Sarri pare abbia messo da parte le possibilità offerte dal calciomercato per inseguire l’obiettivo-scudetto con la stessa ossatura. Ma può anche bastare, sette/otto mesi dopo. È la vita, lo sport, il calcio. Anche perché Reina dovrebbe andare via, a prescindere da Sarri, tanto per dire. Dovesse finire in questo modo, il portiere non avrebbe violato nessun patto. Avrebbe fatto semplicemente una scelta professionale. Senza retoriche.