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Napoli, ora tocca a te, non ripetere l’errore di due anni fa

Due anni fa, Napoli-Milan 1-1 rese ininfluente un altro 0-0 della Juventus, in casa del Bologna. Ma la squadra di Sarri è cresciuta, può e deve pensare di giocarsi lo scudetto fino all’ultimo. Partendo da una vittoria col Genoa.

Napoli, ora tocca a te, non ripetere l’errore di due anni fa

Il Genoa in casa

All’improvviso, Napoli-Genoa è di nuovo, e per tutti, una partita-scudetto. Lo era anche prima di Spal-Juventus, intendiamoci (come avevamo spiegato ai colleghi della Gazzetta), solo che ora la percezione è diventata trasversale. Il pareggio della Juventus a Ferrara ha riaperto i giochi per lo scudetto, un’eventuale vittoria questa sera riporterebbe Sarri e compagni a due punti dalla capolista. Con nove partite ancora da giocare, uno scontro diretto e la Juventus impegnata anche a Milano e Roma, una distanza minima.

Quindi, frase fatta ma in questo caso veritiera: tocca al Napoli. Tocca vincere, per fare combustione di un entusiasmo nuovo e inaspettato dopo la partita di Ferrara. Il Genoa sarà cliente scomodissimo, è una specie di nemesi tecnico-tattica rispetto al modello di Sarri, si preannunciano novanta minuti bloccati e da giocare con pazienza, per sfruttare l’occasione concessa dal destino.

Due anni fa

Accadde anche due anni fa, subito dopo lo scontro diretto di Torino, di Zaza. Napoli-Milan il giorno dopo Bologna-Juventus 0-0, gli azzurri si fecero bloccare in casa dai rossoneri e non rilanciarono la corsa scudetto con il controsorpasso. Fu una notte amara, ma le condizioni di partenza erano molto differenti. Intanto, Milan e non Genoa. Certo, i rossoneri erano una squadra decisamente lontana, più debole, anche rispetto a quella di Gattuso. Ma era comunque il Milan.

Poi, c’era un Napoli diverso. Meno forte, meno consapevole, con meno punti in classifica. E reduce dalla sberla di Torino, e da un match di Europa League perso allo stesso identico modo col Villarreal. Uno a zero nel finale, prodezza individuale. Allora toccò a Denis Suarez su punizione, cinque giorni dopo il tiro di Zaza. Un uno-due da cui il Napoli parve riprendersi con il gol di Insigne a Donnarumma, ma poi Bonaventura rimise il campionato su binari bianconeri. Ci fu anche un palo di Mertens, nel finale. Il belga entrò al posto di Insigne, come gli era consuetudine due anni fa.

Preistoria

Sembra preistoria, anche solo rileggendo quest’ultima frase, la descrizione del vecchio Mertens. Probabilmente è proprio preistoria, un tempo lontano e da cancellare con un nuovo capitolo. In questi due anni, il Napoli è cambiato e tanto, è cresciuto. Gli azzurri meritano di avere una chance realistica fino a fine stagione, e devono dimostrarlo questa sera. Non sarà facile, dal punto di vista tecnico e soprattutto mentale. Ma sarà necessario, proprio per tracciare la differenza tra le rincorse che sono state, e quello che potrà essere. Il background iniziale è differente, e questo rappresenta già un segnale. Evitare gli errori del passato, di solito, è il modo perfetto per costruire il futuro più bello, il futuro migliore.

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