Mourinho si difende in conferenza stampa: «Il Manchester United ha vinto una sola Premier negli ultimi cinque anni, e non ha mai fatto strada in Europa. E i calciatori sono un’eredità importante».
In conferenza stampa
Domani si gioca Manchester United-Brighton, quarti di finale di Fa Cup. L’ultima possibilità per Mourinho, al quale resta solo la coppa nazionale dopo l’eliminazione dalla Champions League per mano del Siviglia. Ovviamente, non sono mancate critiche nei confronti dello Special One, a distanza siderale dal City in campionato. La conferenza stampa di presentazione del match di domani è l’occasione per difendere il proprio lavoro e il proprio palmarés, soprattutto a confronto con quello delle altre squadre inglesi. Manchester City in testa, ovviamente.
Le parole di Mourinho, un monologo di 12 minuti: «Il Manchester United ha vinto l’ultima Champions League nel 2008. Nel 2011 è arrivato in finale, da allora è uscito due volte ai gironi, una volta è arrivato ai quarti e in due occasioni non ha partecipato alla Champions. L’anno scorso ho vinto l’Europa League, e siamo tornati in Champions. Abbiamo vinto il girone e siamo usciti col Siviglia, ora tocca a loro festeggiare, essere felici. Stessa cosa in Premier: ultimo successo nel 2013, poi il miglior piazzamento è stato un quarto posto. Quindi, in sette anni e con quattro manager diversi, lo United ha fatto strada in Europa solo con me. Mi prendo le mie responsabilità, ma ho la colpa di non aver vinto negli ultimi dieci mesi».
Eredità calcistica
Mourinho ne fa anche una questione di progetto e parco calciatori: «Ho parlato di risultati, e quella è un’eredità calcistica. Sapete cos’altro è eredità calcistica? Otamendi, Kevin De Bruyne, Fernandinho, Silva, Sterling, Agüero. Investimenti del passato, non degli ultimi due anni. Hanno vinto due volte la Premier, stanno per portare a casa la terza. E non sono mai andati oltre il quarto posto. I giocatori che hanno lasciato lo United da quando io sono arrivato: controllate come giocano, se giocano, dove giocano». Non li ha citati, ma si tratta di Wayne Rooney, Adnan Januzaj, Bastian Schweinsteiger, Memphis Depay, Morgan Schneiderlin, Víctor Valdés, Paddy McNair, Henrikh Mkhitaryan e Donald Love – secondo il Telegraph.
«Quando io andrò via, il prossimo manager troverà Lukaku, Matic, De Gea. Giocatori con mentalità, qualità, background diversi, con un diverso status, un certo know-how. Sono qui, sono vivo e non sparirò, non ho paura delle mie responsabilità. Sono davvero fortunato e felice di essere dove sono. Capisco che per molti, molti anni è stato davvero difficile per le persone a cui non piaccio».