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Crosetti: «Juventus e Napoli, due squadre estenuate»

Il commento di Maurizio Crosetti su Repubblica: «La sensazione è che i bianconeri abbiano più cambi, muscoli e mestiere ma che gli azzurri abbiano ritrovato speranza».

Crosetti: «Juventus e Napoli, due squadre estenuate»
Foto Ssc Napoli

Il commento su Repubblica

«Il gol del Napoli lo segna un ex del Real Madrid, Albiol, e in qualche modo lo infila più alla Juve che al Genoa». Il senso del pezzo di Maurizio Crosetti è tutto in una prima frase suggestiva, ma veritiera. Il commento su Repubblica apre la sezione Sport, e racconta una lotta per lo scudetto tra «due squadre stanche, due pugili che si menano da mesi e che ora un poco barcollano abbracciati».

Le definizioni utilizzate da Crosetti sembrano calzanti. Anche quando parla di nuovo della rete di Albiol, echi di Spagna, e della squadra di Allegri a Ferrara: «È un gol estremo, quasi estenuato, a capo di una partita un po’ scombinata, sfortunata (due pali) ma meritata. Le spine spagnole continuano a infilarsi sotto la pelle della Juventus. Non c’è bisogno di andare fino a Cardiff, ieri sera è bastato il San Paolo con quel perticone di Raul che non segnava da due anni. E se per due anni la Juve avesse continuato a giocare a Ferrara, forse allo stesso modo non avrebbe segnato. Stanca, svogliata, la squadra bianconera contro la Spal ha dormito e ha fatto dormire. Allegri l’ha infatti mandata a quel paese nonostante fosse carina e fosse una signora. Imperdonabile e fatale il pareggio juventino dopo 12 vittorie di fila; forse un po’ di stanchezza nella testa c’è, ma a Ferrara si è vista la supponenza di qualche campione. Per esempio Dybala che quasi schifava la palla, atteggiamenti che mai appartengono alla Juve».

Due ruote

Il parallelo fatto col Napoli è con Nibali e Dovizioso, uomini di punta del weekend sportivo italiano. Leggiamo: «Sgommando e impennando nel finale di corsa come Dovizioso e scattando sull’ultima salita come Nibali, il Napoli (assonanze) sfreccia verso la sfida di Torino ancora molto lontana. E pensa che mantenendo questa classifica gli basterebbe battere la Juve. Cosa che allo Stadium non accade praticamente mai. Ma prima c’è una vita intera da vivere. La pausa (relativa, per i nazionali) darà ossigeno e forse qualche scheggia di lucidità smarrita. La sensazione è che i bianconeri abbiano più cambi, muscoli e mestiere ma che gli azzurri abbiano ritrovato una scintillante speranza estrema. Chissà che non basti al Napoli/Nibali».

In ultimo, il Var. Nella giornata in cui è stato riscoperto l’uso della tecnologia, e in cui sono tornati anche gli oppositori (si veda alla voce Massimo Mauro), Crosetti rilancia la linea del buon senso. Leggiamo: «Questo utile e controverso aggeggio che qualcuno doveva aver spento per un paio di mesi. L’eclisse inspiegabile (ce la spiegheranno mai?) con gli arbitri che evitavano il monitor, non poco protervi, forse preoccupati di perdere autorevolezza, ruolo e autostima. Sullo sfondo di una grottesca divisione tra Uefa e Fifa  cioè tra Europa (no Var) e mondo (sì Var), i nostri arbitri sembravano aver deciso che sì, forse, chissà, forse no, meglio no. Eppure, quando si degnano di uno sguardo al video ci guadagnano sempre. La conferma è arrivata un po’ dappertutto in questa giornata di campionato. L’aggeggio ha sanato almeno otto situazioni sospette. Chi non lo capisce o è in malafede, o parla d’altro oppure è rimasto a Carlo Magno. La tivù non è la morte del calcio se dentro lo schermo ci sono due occhi d’arbitro in più. Tutto il contrario, semmai».

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