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Mentre il resto d’Italia è sottozero, il Napoli va a + 4

FALLI DA DIETRO – La neve risparmia a Gasperini una figura di palta per la formazione. Domenica c’è il derby di Milano, fossi in Parapet mi darei malato

Mentre il resto d’Italia è sottozero, il Napoli va a + 4

Falli da dietro – Commento alla 26esima giornata di Serie A

Cade la neve.

Sulla primavera di Gasp. E gli risparmia una memorabile figuraccia di palta.

Aveva annunciato una formazione con nove giovanissime riserve contro gli amici ergastolani. Perchè – lui giustifica – i titolari erano stanchi dopo le fatiche di giovedì.

Cade la neve e, cadendo, decide che dai, così proprio non si può giocare.

Cade la neve. E sembra tutto pulito. Sembra tutto più chiaro.

Nel ricordo di una canzone non male di Ligabue.

Leggerezza e meraviglia

La neve risparmia la ridente Sardegna dove il cielo è sempre più azzurro.

Prospero Sor Tuta scoperchierà la magica cesta e libererà gli elfi dei monti e dei torrenti ansiosi di scattare, di rotolarsi suI prato, di scorrazzare e di rincorrersi festosi e sguscianti.

E così, mentre il resto d’Italia è sottozero, il Napoli va a + 4.

Eppure Diego Lopez, dalla faccia western che sarebbe piaciuto a Sergio Leone, ci tenta per almeno mezz’ora.

Ci tenta anche l’arbitro Giacomelli, dalla faccia meno pregiata.

E ci tenta anche il Var spegnendosi di colpo quando Ceppitelli in piena area allunga almeno di un metro la maglia del Fiammante Fiammingo.

Poi sarà solo gioia. Sarà leggerezza e meraviglia.
E sarà “manita”.

Una vittoria immeritata

La neve aveva risparmiato San Siro nell’anticipo del sabato.
E purtroppo lì lo spettacolo potè incominciare.

Non fu uno spettacolo bello.

I Suninter, dispersi e attoniti, spariti e straniti furono costretti a rubacchiare contro l’ultima della classe per strappare una vittoria del tutto immeritata.

Per le streghe era il debutto alla Scala, e – con quelle belle maglie che sembrano disegnate da Mondrian – giocarono una partita gagliarda, mettendo in vetrina tanta bella roba.

Sagna. Che stritolò l’ectoplasma di Perisic.

Sandro. Che dominò con muscoli e cervello il centrocampo, telecomandando ogni azione.
Porca miseria, che giocatore!

E poi Enrico Brignola numero 99. Perché lui è nato nel 99.

Lo manda Bruno Conti, mica un nesci.

Il Marazico lo ha aveva avuto alle sue dipendenze fino a pochi mesi fa, e se ne era innamorato immediatamente.
Si era specchiato in questo telesino caparbio, si era rivisto ragazzo, e si era riconosciuto nella tecnica e nella rapidità di questo puledro di razza.

Un petardo irrangiungibile per un D’Ambrosio sconvolto e travolto.

Milinkovic Savic

Il futuro è suo.

Il futuro è di Serghej.

Doppietta a Reggio e terzo posto riconquistato.

E’ il centrocampista più prolifico del campionato.

Ed è il centrocampista più giovane dei cinque campionati più importanti d’Europa ad aver segnato 9 gol.

Oggi compie ventitre anni e – oltre agli auguri – piovono offerte da mezza Europa.

Pare che uno dei top club abbia offerto addirittura la cifra boom di 200 milioni.

La stessa che qualche anno fa lo United sborsò per accaparrarsi l’allora astro nascente Paul Pogba.

Il quale è fra i protagonisti all’Old Trafford nell’atteso match contro i Blues.

Dopo le bordate a distanza sulla “demenza senile” e dopo le allusioni al calcio scommesse, la parola passa al campo.

La spunterà in rimonta lo Special One, dopo una gara che qui in Italia ce la sogniamo. Per intensità e pregevolezze tecniche.

Mou alla fine sorride a Conte e gli carezza la testa.

Ma, conoscendolo, non si tratta di affetto. Ha voluto verificare di persona la storia dei capelli. Credetemi.

Il gol di Zapata

Il goal più bello è di Zapatero Calippone.

Recupera palla dalla propria area e poi parte per una folle discesa libera degna della dorata Sofia Goggia.

Nell’imboccare l’area friulana, scorge il Quaglia sopraggiungere tutto solo dalla destra. Allora tenta un cross, lui che è sempre stato un generoso.

Sarà anche generoso il Duvan, ma è pur sempre un po’ scarparo.

E, da scarparo, sbaglia. Così il pallone, per sua fortuna, prende una traiettoria assolutamente non voluta e si infila imparabilmente nel sette.

Un goal alla Weah si sbracciano all’unisono i commentatori più esperti.

Già, George Weah.

Il quale E’ da poco diventato Presidente della Repubblica del suo paese, la Liberia.
Ci aveva provato altre due volte senza successo, ed ora ce l’ha fatta.

Ma ce l’ha fatta grazie a un ambiguo compromesso.

Lui, il rappresentante degli “ultimi”, degli “oppressi”.

Lui, il nemico dei Signori della Guerra che hanno insanguinato e derubato per anni la sua terra.

Appena insediato, manda al diavolo gli ideali per i quali ha sempre combattuto.

E nomina come sua vicepresidente Jewel Howard-Taylor, ex moglie dell’ex Presidente della Liberia Charles Taylor, condannato a 50 anni di carcere per crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella vicina Sierra Leone.

Brutta storia.

Che personaggio è Ringhio!

Bella, invece, la storia di Ringhio.

Ma che meraviglia che è ! E chi lo ferma più.

Ma che personaggio che è Ringhio!

Prima litiga a male parole con Kolarov e poi alla prima occasione lo abbraccia con fare paterno.

Per l’impresa all’Olimpico deve anche ringraziare il suicidio strategico di Eusebio da Pescara, che non ne azzecca una.

Disastrosa la decisione nel secondo tempo quando toglie il Ninja disperso per lo svanito Ciclope bosniaco, si mette 4-2-4 e consegna il centrocampo ai rossoneri che domineranno da lì alla fine della partita.

Domenica c’è il derby.
Fossi il Parapet mi darei malato.

A questo punto, visto com’è ridotta l’Italia, più o meno come era il Milan un paio di mesi fa, Gattuso lo vedrei bene anche per il dopo Gentiloni.

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