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Il Milan è risorto grazie alla normalizzazione di Gattuso

Il successore di Montella ha costruito un Milan logico, lineare, che funziona secondo principi di assoluta semplicità.

Il Milan è risorto grazie alla normalizzazione di Gattuso

Elogio della normalità

Un periodo di buona forma fisica, i migliori giocatori della rosa messi nelle loro condizioni migliori. È una sintesi estrema, eppure pienamente calzante, del lavoro (eccellente) di Rino Gattuso al Milan. Il tecnico rossonero, subentrato a Montella dopo il pessimo inizio di stagione, ha semplicemente e paradossalmente fatto quello che doveva: cercare la combinazione migliore per esaltare la buona qualità della rosa a disposizione.

Ovviamente, tutto va (molto) oltre il concetto di modulo, di difesa a tre o quattro. Semplicemente, Gattuso ha capito quali corde (tattiche ed emotive, evidentemente) toccare per permettere al Milan di trovare un equilibrio all’interno della sua rosa, quindi anche del suo gioco. Il termine equilibrio, in questo caso, è perfetto. Perché la forza del “nuovo” Milan è innanzitutto difensiva: 9 gol subiti nelle ultime 10 di campionato, 2 nelle ultime 5. Il trend è in miglioramento, i rossoneri praticano una fase di non possesso aggressiva ma non ossessiva, in modo da assecondare le qualità multiformi dei difensori a disposizione. Se Bonucci difende in maniera concettuale, basandosi sul posizionamento più che sul fisico, Romagnoli è più dinamico; Calabria e Rodriguez hanno la capacità di coprire tutta la fascia, Kessié e Bonaventura sono molto aiutati da Cahlanoglu e Suso nei momenti di transizione.

Insomma, il Milan funziona. E ha anche un insospettabile equilibrio d’organico, per tornare ai termini usati in precedenza. Ieri sera, a Roma, cinque nuovi acquisti in campo da titolari. Parliamo di Bonucci, Rodriguez, Kessié, Biglia e Cahlanoglu. Il meglio della campagna acquisti che si afferma si mischia con il meglio della gestione precedente. Più Cutrone, sorpresa e scoperta e continua conferma in una splendida stagione d’esordio.

Età media

L’altro concetto fondamentale è proprio questo. Il Milan di Gattuso è una squadra in crescita, con grandi margini di crescita ulteriore. È una questione di tempo necessario a implementare i (buoni) calciatori a disposizione di Gattuso. Si pensi al fatto che Conti, terzino destro designato a inizio stagione, non ha praticamente mai giocato per via di un grave infortunio.

Lo stesso Conti rappresenta al meglio la linea verde perseguita da Fassone e Mirabelli. Anzi, più che perseguita possiamo usare proseguita: Donnarumma, Romagnoli, Calabria e Locatelli erano già parte della rosa della prima squadra, da una o due stagioni. Poi sono arrivati altri calciatori giovani o tendenzialmente giovani: oltre a Conti, si pensi a Kessié, André Silva, Rodriguez (24 anni). In questo momento, la rosa rossonera ha un’età media di 26 anni, mentre quella riferita ai calciatori utilizzati (24,2) è la più bassa della Serie A. 

Il tempo

Gattuso è riuscito laddove Montella ha fallito. Questo non cambia la nostra percezione rispetto al progetto-Milan, rispetto alla fretta per l’esonero del tecnico di Pomigliano (ora al Siviglia). Quello rossonero è un progetto molto “italiano”; basato sul primato del calciomercato e sulla necessità di far subito risultato. In ogni caso, i risultati totali sono ancora deludenti rispetto alle attese iniziali. O meglio: sono commisurati al valore della squadra, più vicina a Inter e Roma e Lazio ma giustamente lontanissima da Napoli e Juventus.

Gattuso ha il merito di aver dato al Milan la miglior fisionomia tecnico-tattica possibile. La più sostenibile, quella che permette ai calciatori di rendere al meglio. E il meglio è l’ultimo ciclo di partite, 10 di campionato con 6 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. Servivano tempo e un approccio meno alchimistico al ruolo di allenatore, forse l’errore di Montella era tutto qui. È anche una questione di lavoro (fisico, soprattutto) a Milanello, oggi il Milan sembra correre di più e soprattutto in modo più sensato. I rossoneri sono nella loro versione migliore, hanno una squadra assemblata in maniera spettacolare (nel senso dell’impatto mediatico del mercato), non sono ancora al livello delle big ma hanno delle buone potenzialità. Le stiamo scoprendo, finalmente. Merito a Gattuso, al suo processo di normalizzazione calcistica. Evidentemente, il Milan aveva bisogno soprattutto di questo.

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