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Benet (Mediapro): «Chi segue la Serie A in tv spenderà di meno»

Il boss di Mediapro, Benet, intervistato da Repubblica: «Finora il vostro sistema ha prodotto un’asta televisiva che non stimolava la concorrenza».

Benet (Mediapro): «Chi segue la Serie A in tv spenderà di meno»

L’intervista a Repubblica

Si parla di nuovo di diritti televisivi. Giusto, anzi giustissimo. L’acquisto delle licenze da parte di Mediapro rappresenta una rivoluzione per il calcio italiano, una rivoluzione che va spiegata il più possibile al pubblico. Prova a farlo Repubblica, che intervista Tatxo Benet, 65enne boss dell’azienda spagnola. L’aveva già fatto La Stampa qualche settimana fa, le sue parole arrivarono prima dell’assegnazione e facevano capire che qualcosa stava cambiando.

Oggi, il manager spagnolo fiducioso la decisione dell’Antitrust. Il suo sentimento di riferimento è la fiducia: «Anche perché tutto è stato fatto in accordo con il bando della Lega. Noi crediamo che con un canale che distribuisca tutto il calcio italiano, Serie A e Serie B, i club incasserebbero più soldi. E sarebbe molto più vantaggioso sotto tanti altri aspetti anche per il futuro della Lega. Discuteremo questa possibilità con le società, ma se alla fine loro o non so chi altro decidessero che il canale non si fa, noi siamo pronti a usufruire dei diritti nel modo in cui ce li siamo aggiudicati, come intermediario indipendente».

Benet continua: «Il rapporto con la legge Melandri? Non discuto la questione legale. Ma abbiamo ottenuto in modo leale e fedele alla Melandri un accordo con la Lega. Il resto è una proposta: saranno le società nel caso ad analizzare le possibilità legali per farlo».

Lo spettatore e i broadcaster

La rivoluzione Mediapro, finora, non è ancora arrivata all’utente finale. Che, probabilmente, dovrà far fronte a un nuovo prezzo per gli abbonamenti televisivi al calcio. Un prezzo più basso, secondo Benet: «Il prezzo per gli abbonati scenderà: diffusione universale a un prezzo differente da quello di oggi. O almeno ci proveremo. Nella Liga fu così. Prima che entrassimo sul mercato, in Spagna si pagavano 12 euro a partita. Ora, con 11 euro, vedi quasi tutte le partite della Liga».

Com’è possibile? «In Spagna il canale della Liga è in realtà beIN Sports, interamente nostro. Il canale detiene le 8 migliori partite della Liga. E le trasmette su Movistar, su Vodafone, su Orange, sugli Ott (come Google, Facebook, Youtube, ndr). L’idea è la stessa: vendere a tutte le piattaforme disponibili e allo stesso prezzo per tutti, con una percentuale sugli ascolti». La distribuzione del calcio in Spagna: il Napolista se n’è occupato qui, citando un interessante articolo di Calcio&Finanza.

Benet e il rapporto con Sky: «Ho letto alcune dichiarazioni di Sky e mi pare siano un po’ preoccupati. Ma non devono agitarsi, noi garantiamo che in ogni caso non lasceremo né Sky né nessun altro fuori dalla distribuzione del calcio. Siamo apertissimi a trattare con loro».

Il business dei diritti tv in Italia: «Siamo sempre alla ricerca di nuove opportunità commerciali. Abbiamo notato che in Italia il prezzo delle licenze televisive erano congelate da anni, quindi abbiamo deciso di provare ad esportare da voi il nostro modello. La vostra stasi è dovuta essenzialmente alla formula dell’asta, che non generava molta concorrenza. E in un posto in cui lavorano operatori che si sentono a proprio agio, è difficile che si possa crescere».

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