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Doveri, un turno di stop (forse due): l’errore a Torino è grave per «uso sbagliato del Var»

Ai vertici arbitrali non è piaciuta per niente la gestione dell’intero episodio Khedira-Acquah, sia per quanto riguarda la spiegazione tecnica che per il rapporto tenuto con il Var.

Doveri, un turno di stop (forse due): l’errore a Torino è grave per «uso sbagliato del Var»

L’articolo della Gazzetta

La frase chiave dell’articolo della Gazzetta dello Sport sull’arbitro Doveri, reduce dall’errore nel derby di Torino in Coppa Italia. «L’arbitro romano ha fatto un uso sbagliato della tecnologia Var». Ecco cosa non è andato proprio giù ai vertici arbitrali, impegnati nella difficile lotta ideologica dell’imposizione del Var. Da Rizzoli in giù, i dirigenti dell’Aia non hanno gradito la gestione del singolo caso da parte di Doveri. Che, oltre a non essersi preso la responsabilità dell’errore e della valutazione definitiva nei confronti del Var, ha perpetrato nell’errore anche dopo aver rivisto il fallo di Khedira all’On Field Review. «Ha marcato ancora di più il territorio», scrive la Gazzetta. «Al di là del turno di stop (forse due) che scatterà in automatico», ci sarà una riflessione importante sul ruolo del Var, al termine di un girone d’andata positivo.

Sì, perché l’altro concetto (chiaro) della Gazzetta è quello sulla “fondatezza della rivoluzione”. L’errore di Torino è considerato grave per via di una comprensione e un utilizzo sbagliati dello strumento. Ma anche per la giustificazione addotta dallo stesso arbitro. La famosa frase «ha preso la palla», “sbugiardata” subito anche da alcuni influencer juventini sui social, ha finito per aggravare ancora di più la posizione di Doveri di fronte alla propria dirigenza. Soprattutto con il tempo aggiuntivo della review. Sempre secondo la Gazzetta, l’arbitro romano «ha forse voluto strafare: rivedendo l’azione per poi far capire a tutti che aveva visto giusto».

Questo è «tipico della sua grande personalità», ma cozza con il particolare «anno di transizione, che porterà ai Mondiali in Russia da affrontare probabilmente col Var. E da cui potrebbero uscire modifiche e integrazioni per il protocollo». Come dire: utilizzare al meglio lo strumento è necessario per “fare bella figura” di fronte a chi ne approverà l’adozione. Il designatore Rizzoli e i vertici arbitrali stanno pensando anche a questo, sicuramente.

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