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Buffon: «La Juventus è differente, pochi elogi ad Allegri. Il Var? Rasserena gli animi»

Gianluigi Buffon intervistato dalla Gazzetta dello Sport: «Dover vincere sempre è logorante a livello mentale. Donnarumma? Venire alla Juve non è mai un errore».

Buffon: «La Juventus è differente, pochi elogi ad Allegri. Il Var? Rasserena gli animi»
Buffon e Insigne / Photo Ciambelli

L’intervista alla Gazzetta dello Sport

Lunga, anzi profonda intervista di Gigi Buffon alla Gazzetta dello Sport. Il portiere della Juventus conferma (anzi, ri-annuncia) il ritiro dal calcio giocato, parla del suo futuro, del suo possibile erede. Leggiamo: «Sono felicissimo perché sono arrivato a una tappa importante della mia vita e sono sereno. Affrontare uno snodo così cruciale con questa armonia interiore è ciò che conta di più ed è veramente bello. Potrei dire che continuerò, ma ci sono tante valutazioni da fare, non ultima considerare la fortuna di stare in una società in cui sono apprezzato e in cui ho un legame molto forte con tutti, dal presidente in giù. Un anno in più? Agnelli è straordinario, con me, da questo punto di vista: da cinque anni mi ripete “A un certo punto della stagione, vieni e mi dici se vuoi continuare o no”. E cosi farò anche stavolta».

La porta, quindi, è sempre aperta. Ancora aperta. «A un certo punto – spiega Buffon – devi capire in che tipo di ruolo puoi diventare più importante per la causa. Non voglio essere un catenaccio. Molti mi han detto: hai esagerato a fare dichiarazioni così in Nazionale. Ma un uomo di 40 anni deve avere senso di responsabilità. Siccome non sono l’ultimo arrivato e so che posso essere ingombrante, preferisco farmi da parte. Non sarò mai un problema, ma per chi mi ha dato tanto, Juve o Nazionale, ci sarò sempre, in qualsiasi veste e con qualsiasi ruolo. L’unico modo certo che ci sarebbe per continuare sarebbe in relazione alla vittoria in Champions League, per poter vincere poi il Mondiale per Club».

La Champions, la Juventus e il Mondiale perduto

Allegri dice che intorno alla Juventus “europea” c’è troppa negatività. Il parere di Buffon: «È normale che il sentimento dei tifosi sia negativo, le finali perse sono scottature che ci porteremo addosso sempre. Però noi giocatori non l’abbiamo vissuta così: quando siamo entrati in campo sapevamo che sarebbe stato difficile, ma dentro avevamo la fiducia di potercela giocare».

La diversità della Juventus: «È un club differente dagli altri perché negli ultimi decenni in Italia e in Europa è sempre stato equilibrato e attento nelle spese, ma ha abbinato virtuosismo economico a risultato sportivo. Stare alla Juve è per pochi, perché è usurante, però ti forgia. Probabilmente da altre parti è anche più divertente, però meno vincente».

Vincere altri sei scudetti di fila: «Vincere ancora è estremamente complicato. A livello mentale è difficile. Quest’anno, a un certo punto, sentivo dire in maniera inopinata che fossimo in difficoltà. Ma se il Napoli le vinceva tutte non era colpa nostra… Sentivo dire anche che la difesa si era indebolita, ma gli uomini più o meno sono i soliti. Il club ha costruito una squadra fortissima, fatta di uomini con orgoglio, dedizione, voglia di competere e primeggiare che danno speranza di rivincere. Poi anche la gestione di Allegri, di cui nessuno parla mai, perché si pubblicizza poco, è eccezionale. Sento fare complimenti a tutti, ma pochi a lui. Io non farei mai il tecnico, ma da lui prenderei la lucidità e il coraggio-follia che lo accompagnano in determinati momenti e lo spingono a fare certe scelte».

L’eliminazione dai Mondiali: «Non imputo niente a Ventura. E non è retorica, perché quando le spedizioni falliscono la colpa è di tutti. Ci sono momenti storici in cui non sei all’altezza. Con la Svezia, anche quando eravamo fortissimi non sono mai state passeggiate. Si vinceva 1-­0 o 2-­1 con partite sempre equilibrate. Questa volta è capitato di perdere, come è successo altre volte, solo che valeva veramente tanto».

Donnarumma

Il consiglio di Buffon al suo erede designato: «Restare al Milan o venire alla Juve? Beh, con la Juve non sbaglia mai… A Gigio non posso dare consigli perché non vivo la sua situazione, non so la connessione emotiva che può avere col Milan. In maniera asettica, potrei dirgli due cose, come ho già fatto in Nazionale, però quello che fa la differenza è ciò che ti vibra dentro l’anima».

Il Var: «Una tecnologia utilissima, toglie un po’ di pathos, ma alla fine rasserena gli animi. Se questo fa bene al calcio, aiuta ad accettare i verdetti, allora ok. Come ho detto dopo la partita col Genoa, il mezzo andava tarato. Non ho mai detto di essere contro,resto a favore, ho solo detto: “Diamoci una regolata”. Se uno ha messo un dito nell’orecchio all’altro e dobbiamo aspettare sei minuti per vedere se gli ha tolto il cerume, allora non gioco più…  Adesso la situazione mi sembra migliorata».

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