Su Libero. «L’allenatore dovrebbe essere punito. Queste esternazioni si fanno dentro lo spogliatoio. In pubblico disuniscono il gruppo»

Le parole di Fonseca dopo Milan-Stella Rossa di Champions hanno creato parecchio trambusto. Oggi su Libero Luciano Moggi commenta le parole del tecnico rossonero e sottolinea le possibili conseguenze del suo sfogo pubblico.
Il Milan dovrebbe punire Fonseca
Scrive Moggi:
Parole che hanno avuto l’effetto di una bomba. Accusa precisa alla società che non esiste quando si tratta di impartire disposizioni per mantenere la disciplina, alla squadra che non lo segue, allo spogliatoio che non è unito.
D’altra parte l’avvisaglia si era già avvertita in occasione del cooling-break in Lazio-Milan. A questo poi fece seguito il gesto violento di Theo quando strappò dalle mani di un compagno il pallone per calciare lui il rigore in Fiorentina-Milan. Viene allora spontaneo pensare che al Milan il detto “prevenire è meglio che curare” non sia molto conosciuto. Adesso il primo a essere punito dovrebbe essere l’allenatore, che dovrebbe sapere come questo tipo di esternazioni possano essere fatte soltanto all’interno dello spogliatoio. In pubblico servono soltanto a disunire un gruppo che non sarà più in sintonia con Fonseca anche se fingerà di esserlo.
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Dopo la Stella Rossa: «Ci sono cose che non cambiano e sono stanco di lottare»
Partita complicatissima per il Milan resa ancora più difficile dagli infortuni, nel primo tempo di Loftus Cheek e Morata. La squadra di Fonseca, tuttavia, passa in vantaggio con un gran gol di Leao. Nella ripresa, la Stella Rossa accelera e si rende più volte pericolosa prima del pari di Radonjic. Fonseca si gioca la carta Camarda e proprio un suo colpo di testa finisce sulla traversa e diventa un assist per Abraham che fa 2-1 a 3′ dalla fine. Al termine della gara contro la Stella Rossa, il tecnico del Milan, Paulo Fonseca ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky.
«Sono una persona che non è soddisfatta solo col risultato. Ovviamente la cosa più importante è che abbiamo vinto e che siamo in una buona posizione ma sono così, ci sono cose difficili da cambiare. E a volte sono stanco di lottare con queste cose. Non sono soddisfatto della prestazione della squadra».
Sulla mancanza di continuità
«Il problema è che la nostra squadra è una montagna russa. Oggi stiamo bene, domani non lo so. È come tirare la moneta e aspettare quel che succede. È impressionante».
Sulle misure da prendere
«Io so che lavoro tutti i giorni per preparare la squadra, per fare bene. Non so se nella squadra tutti possono dire questo. Avevamo l’obbligo di arrivare oggi e fare di tutto per vincere la partita. E non l’abbiamo fatto».