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Platone non avrebbe avuto dubbi su Tardelli testimonial delle Universiadi

La polemica è fondata su una posizione fortemente difensivista. Platone era uno zemaniano ante litteram, oggi un sarriano, giocava in attacco

Platone non avrebbe avuto dubbi su Tardelli testimonial delle Universiadi

Una posizione difensivista

Tardelli testimonial delle Universiadi a Napoli è l’ultimo schiaffo alla città, secondo il Mattino oltreché secondo molti napoletani tra cui Patrizio Oliva. Una posizione legittima, nonché fortemente difensivista – in una città, non dimentichiamolo, in cui esiste persino uno sportello adibito alla difesa cittadina. Così come ai politici si chiede ormai onestà prima ancora che competenza, agli sportivi si chiede appartenenza prima ancora che la capacità di emozionarci.

Nel libro di Calasso Il Cacciatore Celeste – un volume che ribolle di spunti e collegamenti – l’autore ricorda uno stralcio de Le Leggi di Platone, l’ultima fatica del filosofo greco, nel quale all’Ateniese viene chiesto quale sia la giustezza nel governo di una città. “La risposta è netta – e non poco sorprendente: «Bisogna passare la vita giocando giochi come i sacrifici, i canti e le danze, che ci permetteranno di ottenere il favore degli dèi, respingere i nostri nemici e vincere in battaglia»”.

Platone era uno zemaniano ante litteram

Platone era uno zemaniano ante litteram. Nella sua mente c’era un’unica città possibile, quella votata completamente all’attacco, nella quale i cittadini si riconoscessero giocattoli degli dei e dedicassero la vita intera al divertimento e, attraverso di esso, alla vittoria.

I napoletani lodano Sarri ed il sarrismo, l’idea di mantenere costantemente il pallino del gioco e governarlo, giocando sempre all’attacco. Ma siamo noi, sono i napoletani realmente sarriani di spirito o piuttosto di convenienza? – non vorrei qui scrivere sarriani occasionali, per ovvi motivi di opportunità, poiché sarebbe sconveniente scoprire che i difensori della città sono anche degli occasionali della vittoria. Lasciamo perdere la fase difensiva. Guardiamo all’epica, all’urlo nella notte spagnola, all’emozione del gioco, alla vittoria. Platone non avrebbe mai giocato per un pareggio, perché dovremmo farlo noi?

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