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Argentina-Perù non potrà mai essere una partita normale

Dal 1969 a oggi, tanti precedenti. Stasera, alla Bombonera, ci si gioca il Mondiale. È già avvenuto anche in passato, e non è finita in modo banale.

Argentina-Perù non potrà mai essere una partita normale

Watergate e quelificazioni

Il nostro Giovanin Fubi Guida, nella sua rubrica “Le cose belle“, ci ha avvisato che il Perù ha deciso di portare da casa scorte di acqua e di cibo per la trasferta in Argentina. L’ipotesi di essere avvelenati non è proprio fantascientifica, quando si parla della Seleccion. Il pensiero vola subito a Italia 90, al match col Brasile, al terzino Branco. Ad una storia controversa eppure bellissima, con una borraccia galeotta e una pasticca di Ropinol. Una storia raccontata da Maradona, che torna d’attualità oggi alla vigilia di uno scontro che vale il Mondiale.

Si gioca alla Bombonera, stanotte, lo stadio del Boca è stato scelto perché il pubblico è più vicino al campo e quindi potrebbe essere – ancora – più caldo. L’Argentina di Sampaoli, in questo momento, è fuori dalla qualificazione diretta e potrebbe accedere ai Mondiali solo con lo spareggio. E si trova ad affrontare di nuovo il Perù, in casa, che ogni volta è una partita storica, decisiva e piena di significati. L’ultimo Mondiale saltato dalla Seleccion, Mexico 70, nasce proprio da una partita di qualificazione contro contro Los Incas. Era il 31 agosto 1969, si giocava proprio alla Bombonera e fu Ramirez, con una doppietta, a estromettere l’Argentina da quella che sarebbe stata la Coppa del Mondo di Italia-Germania, di Pelé.

Situazione uguale ma esito diverso nel 1985 e nel 2009. Maradona prima in campo e poi in panchina, i gol di Gareca e Martin Palermo mandano per due volte l’Argentina ai Mondiali. La prima volta è 2-2, la seconda è 2-1, i due gol decisivi arrivano entrambi nel finale, 81esimo e 93esimo. La storia più bella è quella di Ricardo Gareca, l’uomo che segnò la rete-qualificazione per Mexico 86, Mondiale a cui non parteciperà. Oggi è proprio lui l’allenatore del Perù.

Argentina-Perù 2-2, 1985

Marmellata

Abbiamo escluso, volutamente, il precedente più ingombrante e famoso della storia. Secondo turno dei Mondiali 1978, girone a quattro da suicidio con le due rivali, il Brasile e la Polonia. I verdeoro sono praticamente in finale, ne hanno fatti tre al Perù e alla Polonia, hanno impattato senza gol con i padroni di casa. Perfetto, pulito, l’Argentina è meno spumeggiante e ha bisogno di almeno quattro gol per staccare il pass che vale la finale.

Solo che il Perù ha un portiere argentino naturalizzato, Ramon Quiroga. Solo che il potere, a Buenos Aires, è in mano ai generali; e questo è un Mondiale che “non si può perdere”. Solo che finisce 6-0, e dopo sarà tutto un fiorire di teorie del complotto, accuse di corruzione, leggende metropolitane. La partita è universalmente ricordata e conosciuta come “marmelada peruana”, che è facilmente traducibile alla lettera, ma che traslata in italiano diventa concettualmente vicina al nostro “biscotto”. Risultato accomodato, forse sì o forse no, qualcuno dice che lo stesso Quiroga abbia ammesso qualcosa in preda ai fumi dell’alcool. Ma, ovviamente, non ci sono certezze. Solo sospetti.

Argentina-Perù 6-0, 1978

L’unica certezza è che questa sera, alla Bombonera, va in scena una partita che non può essere normale, ma proprio geneticamente. Chi vince va al Mondiale, chi perde va davvero in difficoltà e in affanno. Perché sono ancora in corsa tutti, praticamente, eccetto il Brasile già qualificato e l’Uruguay a cui basta un punto in casa del Venezuela. Proprio la Vino Tinto e la Bolivia sono più staccate, in fondo a una classifica che al centro è una bagarre: ci sono Sampaoli oggi e ieri, Argentina e Cile; ci sono il Perù, l’Ecuador, il Paraguay. Tutti ancora vivi, stasera in collegamento con la Bombonera per capire come finirà quest’altro capitolo di Argentina-Perù. Un romanzo bellissimo e controverso.

 

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