La partita non guardata, ma prima un viaggio verso Napoli. Il tifoso ansioso e un amico fiorentino. Il rigore di Gabbiadini, roba da calciatore vero.
Di solito, quando arrivo in città, per le vacanze di Natale, il Napoli vince; ma la Fiorentina – da sempre – che si vinca o meno, contro il Napoli gioca delle ottime partite. Quest’anno l’ho vista giocare due o tre volte, ed è una squadra molto più debole dello scorso campionato, una squadra fragile. Ha quattro o cinque giocatori che nessuno sa chi siano e uno che il mio amico Martino, tifoso viola, ammazzerebbe se potesse: Tomovic. Ma comunque mancano poche ore al Natale e non dobbiamo pensare a cose brutte.
Alla fine si va a dormire con un buon punto guadagnato su un campo, per noi, non facile. Prima di non guardare la partita, però, c’è stato un viaggio effettuato. Un viaggio lungo, con un ritardo che si accumulava di città in città, come quando perdi punti in classifica. La città d’arrivo si allontanava come una qualsiasi capolista. Un bambino che somigliava ad Astori ha pianto per tutto il viaggio, ha urlato sempre. Napoli era lontana e con lei la partita.
Poi sono arrivato, dopo che suo figlio aveva rotto le scatole per tutto il viaggio, la mamma, scendendo, non ha nemmeno salutato. In stazione: in venti o più intorno al pianoforte cantano ‘O sole mio. Ogni tanto mi ricordo che noi cantiamo, a quanto pare. Scendo in metropolitana, il treno mi chiude le porte in faccia, non sono ancora arrivato, non ancora. Un signore guarda il tempo d’attesa per il prossimo treno ed esclama: ‘Sta cess’. Poi saliamo, mi siedo accanto a lui perché voglio sentire se dice ancora qualcosa. E qualcosa dice. È uno show a ogni fermata.
A Municipio dice: “Che fermata inutile”, guarda l’orologio e scuote la testa. A Dante, quando vede la gente salire con le borse dei regali, se ne esce con “E ch’ band’ ‘ e sciem’”. Un grande murmuliatore. A Materdei bestemmia. Guarda l’orologio. A Vanvitelli confessa, guarda me e poi quello alla sua sinistra: “Vabbuò, per la partita ce la facciamo”. Avrei dovuto capirlo subito, il nevrotico era solo un tifoso ansioso. Scende ai Colli Aminei e ci saluta pure, a differenza della mamma del treno. Prima della partita, però, c’è mio nipote e quindi un po’ chi se ne frega di tutto il resto. La partita si è disputata, in ogni caso.
Punto guadagnato? Due punti persi? Dico che il pareggio è giusto. Sarri, dopo la partita col Torino, disse che non si può andare sempre a mille e che bisogna vincere anche quando non ci si riesce. Ieri sera ne abbiamo avuto la conferma, quello che ci manca è chiudere queste partite. Il primo tempo era da due a zero. Dopo il gol di Mertens non si può lasciare tutto quel campo a Bernardeschi, sarà pure un po’ colpa di Reina, ma lui non deve proprio tirare. Va detto che ha fatto un tiro bellissimo, riconosciamo anche i meriti. Diciamo pure che il gol di Insigne è straordinario. Ci prova sempre, è il suo tiro, ogni tanto riesce e ogni tanto è meraviglioso. Mertens è ancora una volta decisivo, che giocatore.
Due parole su Gabbiadini. Non è facile tirare un rigore all’ultimo minuto, chi lo fa è un calciatore vero. Non amo quelli che si tirano indietro davanti al dischetto, sono pagati troppo bene per avere paura. Poi a Manolo voglio dire: Ciao, è stato un piacere.
Tra ieri sera e stamattina ho avuto una conversazione col mio amico Martino di cui vi parlavo all’inizio, eccola:
Io: Fuochi d’artificio prima di capodanno
Martino: Partitona. Secondo tempo spettacolo. Bernardeschi pareva Antognoni e Chiesa pareva il su’ babbo.
Io: Fosse stato il su’ babbo avrebbe segnato da 30 metri. Comunque giocate solo contro di noi.
Martino: Vi si è regalati due gol per farci perdonare.
Io: Godetevi il punto con la squadra più bella del campionato.
Martino: E poi quando giocate contro di noi avete quel giocatore che si scatena e diventa immarcabile. Tomovic.
Io: Tomovic è un cretino.
Martino: Perché non ve lo comprate a gennaio. Almeno al ritorno gioca con la maglia giusta.
Io: Ammazzatelo.
Martino: Volentieri.
Stamattina Martino mi scrive che ha la febbre e che secondo il suo medico ha un appuntamento fisso con le feste, come Tomovic con le cazzate. E io sono contento di poter parlare di pallone con persone come Martino.
Gli appunti del drone Giggino
Dal primo all’ultimo software: Buon Natale e fumamme.
Note a margine:
- Ho chiesto a Simone, mio nipote, una frase sulla partita di ieri, mi ha risposto: “No”.
- Il Napoli chiude un anno straordinario, non ce lo scordiamo.
- Ci vediamo a gennaio con la Scansdoria (copyright Gianluigi Trapani)
- Ma vediamoci stasera al Vomero per bere qualcosa insieme.
- #IoStoConSarri anche durante le feste.