ilNapolista

Quella volta che Maradona inviò dei soldi a Matthäus perché venisse a Napoli

Matthäus racconta a FourFourTwo il suo rapporto con Maradona, la marcatura a Mexico 86 e rivela un particolare inedito.

Quella volta che Maradona inviò dei soldi a Matthäus perché venisse a Napoli

Oggi è la giornata dei retroscena. Wanda Nara e ci siamo, Icardi, il Napoli, la Juventus, il rinnovo con l’Inter. Ma si riesce ad andare anche parecchio più indietro, ai tempi dei miti. A confessare una vecchia inconfessabile verità di mercato è Lothar Matthäus, che in un’intervista a FourFourTwo racconta un paio di aneddoti succosi su Maradona. Quello sul mercato ce lo teniamo per ultimo, iniziamo dallo splendido rapporto tra i due: «Per me, parlare di Maradona vuol ire parlare del più forte calciatore del mondo alla fine degli anni Ottanta. C’era molto rispetto tra noi, lui diceva di non sentirsi più forte di me. Abbiamo giocato contro molte volte, io nell’Inter e lui nel Napoli: ci siamo alternati nella vittoria dello scudetto, entrambi abbiamo trionfato al Mondiale battendo l’altro in finale. Quando tornò in Europa, nel 1992 col Siviglia, ci fu un’amichevole contro il mio Bayern. Dopo la partita andammo ad una festa insieme, e lui disse alla moglie che ci saremmo dovuti sedere di fianco, io e lui. La povera Claudia dovette rimanere in piedi o al massimo cambiò posto, mentre Diego si ritrovò a ballare senza vestiti carico di felicità per il suo ritorno in Europa».

La finale del 1986: «Sì, c’è stato un duello molto corretto tra noi, credo di aver avuto il suo rispetto successivo perché riuscii a giocarmela con lui senza ricorrere a falli sistematici. Eppure, comunque, credo che quella volta sbagliammo ad avere troppo rispetto di Maradona: Beckenbauer mi disse di occuparmi solo di lui, cosicché io fui schierato in una posizione diversa, fuori ruolo. Lo stesso ct riconobbe che si trattò di un errore, anche perché io non potevo essere in due posti contemporaneamente e quindi detti un contributo scarso in attacco. Quando andammo sotto di due gol, io mi spostai un po’ in avanti e infatti riuscimmo a pareggiare la partita, poi però Diego indovinò uno splendido corridoio per Burruchaga e si portò a casa la Coppa».

Eccolo qui, il retroscena di mercato: «Nel 1987, Diego spedì tre-quattro persone a casa mia, a Monaco. Era un sabato pomeriggio, e questi signori mi portarono una valigetta piena di denaro, erano un milione di marchi, perché io firmassi con il Napoli. Non erano i soldi dello stipendio, ma una specie di premio solo perché io accettassi il trasferimento. Ci sarebbero voluti molti anni affinché io potessi guadagnare quella cifra in Germania, eppure riuscii a dire di no a quel denaro. Non ero ancora sicuro al 100% di voler lasciare il Bayern, quindi aspettai e un anno dopo finii all’Inter». Come dire: ora che sappiamo, che peccato.

14614257_10210709898809746_1473022395_o

ilnapolista © riproduzione riservata