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Napoli-Benfica nella Champions condominiale del fritto (e i whatsapp con papà)

Il racconto di una serata particolare tra lo streaming, Trevor Francis, gli odori dei vicini e la diretta con papà che non ha Premium.

Napoli-Benfica nella Champions condominiale del fritto (e i whatsapp con papà)
Napoli vs Benfica Foto Matteo Ciambelli

Ho giocato in casa

Napoli-Benfica cade a metà di una settimana strana, per me, ma anche un po’ per i miei amici del turno precedente. La prima difficoltà è che non abbiamo Premium, quindi le alternative percorribili sono il Pub o lo Streaming. Per una serie di motivi si scarta il pub. Io non avrei fatto in tempo per un precedente impegno, L. non ce l’avrebbe fatta, e così via. In 5 davanti a un computer è ipotesi non comodissima. Dopo vari “ci aggiorniamo più tardi”, che è la frase che si usa quando un po’ già sai che non ti aggiornerai, vado a casa e ci arrivo in tempo. Il Napoli gioca in casa, e allora pure io che abito a 800 km dal San Paolo giocherò in casa, dal divano. Il sito da cui guardo le partite in streaming mi propone tre link. Provo per due minuti quello con la telecronaca in portoghese, ma lo scarto, i commentatori sono pervasi da troppo entusiasmo e siamo ancora nel tunnel degli spogliatoi. Gli altri due link portano a telecronache in inglese, che sono diventate le mie preferite (purtroppo quest’anno ho difficoltà a trovare i compagni della madre Russia); fortuna vuole che una delle due sia quella con il commento di Trevor Francis (l’uomo del Nottingham Forest e poi della Sampdoria), quest’anno l’ho già ascoltato un paio di volte e mi piace, mi piaceva pure come calciatore. La partita si svolge su due binari, entrambi di determinante importanza: quello del fritto condominiale e quello dello scambio di messaggi con mio padre.

Veniamo al fritto. Abito in una casa di ringhiera. Le case di ringhiera sono uno dei simboli della vecchia Milano, venire ad abitarci, per un romantico cittadino che un po’ conosce la storia della città, è un punto d’arrivo. La ringhiera, quindi i balconi. I balconi in comune, che in queste sere autunnali ancora calde, a finestre aperte, ti consentono di sentire le voci di chi torna a casa, di chi si prepara alla cena, di chi stende o ritira i panni. Ti consentono, poi, perché no, di sbirciare per un attimo dentro una cucina; oppure di accarezzare Jackson, il gatto del ragazzo al piano terra, steso sul davanzale. Dopo quattro anni so il nome del gatto ma non il nome del suo padrone, ci salutiamo, si vede che i nomi non sono importanti. Le case di ringhiera, però, quando tutti cucinano, possono scatenare echi strepitosi, un rimbalzo di odori che sale dal cortile, gioca di sponda sui balconi e ti segue ovunque tu vada; e siccome a questi rimbalzi non si scampa, si può solo sperare che si tratti di buoni odori. Ieri sera, nel mio condominio, si è svolta la Champions League del fritto, una seratona che ha schierato tutte le teste di serie.

Dal piano terra arriva un penetrante odore di frittata, dall’interno di fronte alla mia cucina giunge, come un tiro all’incrocio dei pali, odore di fritto cinese. La vicina alla mia destra sta friggendo di sicuro polpette, che colpiscono con la stessa efficacia del colpo di testa con cui Hamsik ci porta in vantaggio. Al secondo piano, sono certo, melanzane. I fritti mi hanno accompagnato durante tutta la strepitosa partita del Napoli. Al novantesimo, casa mia, puzzava come una vecchia Tefal dopo un anno di frittura ininterrotta di patatine. Casa mia sembrava un fritto di paranza. I nostri calciatori, quando si abbracciavano dopo i gol, sentivano non più la loro puzza di sudore, ma l’odore di fritto che squarciava lo streaming, faceva lo shampoo a Trevor Francis e si prendeva il San Paolo. Guardate la faccia di Callejon quando viene sostituito, non è stanchezza è il fritto. Guardate Hamsik che si batte il petto dopo il gol, non è gioia, è voler dire: “Ma quann’ se lev’ stu fiet’ ‘a copp’ a’ maglietta?”. Guardate Insigne che corre ad abbracciare Mertens, solo per dirgli: “Ah, vabbuò, puzza pure ‘a toja”. Guardate Milik che a un certo punto smette di ridere per paura che il fritto gli ingiallisca i denti. E i due gol che abbiamo preso alla fine? Stordimento da frittura, prima ancora che leggerezza e distrazione. Guardate Sarri senza giacca della tuta, ora capirete perché non la portava. Casa mia e il San Paolo puzzavano come le cucine di Napoli la Vigilia di Natale, per questo eravamo tutti felici.

In chiusura vi racconto di mio padre. Un uomo gentile, senza Premium e senza Streaming, ve lo racconto con lo scambio di whatsapp che ha accompagnato la partita.

21:06 – Papà: Stanne alluccann’

21:07 – gianni: Ha segnato Hamsik

21:07 – gianni: Colpo di testa

21:07 – Papà : Jamme annanze

21:08 – gianni: Forza

21:33 – gianni: Primo tempo uno a zero

21:33 – gianni: Ottimo Napoli

21:56 – gianni: Mertens

21:56 – gianni: 2 a 0

21:57 – Papà : Ok

21:58 – Papà : Bravo

21:58 – gianni: Su punizione, li schiattiamo

21:59 – Papà : Andiamo x il terzo

21:59 – gianni: Fatto ora

21:59 – gianni: Milik

21:59 – gianni: Rigore

22:01 – Papà : Allora siamo a tre

22:02 – gianni: Ora 4, nun stanne capenn’ niente

22:02 – gianni: Ancora Mertens

22:04 – Papà : Pa facc dda juve

22:04 – gianni: Pazzesco

22:05 – Papà : Sta giocando da favola

22:05 – gianni: Fantastici

22:15 – gianni: 4 a 1

22:16 – Papà : finita?

22:16 – gianni: No

22:17 – gianni: Un quarto d’ora

22:39 – gianni: Finita, 4 a 2. Bravissimi.

Qua mio padre non ha più risposto. L’esperienza insegna, a risultato acquisito è andato a dormire. Prima avrà fatto la doccia perché sono certo che il fritto Champions abbia attraversato anche la nostra chat, mi immagino mia madre che non sopporta i cattivi odori. Il Napoli è veramente molto forte e molto divertente, segniamo anche su calcio piazzato, novità importantissima di quest’anno. Scusate, ma devo chiudere con quell’uomo pazzo e meraviglioso che è Giuntoli, che si è scaraventato addosso a Sarri per esultare, ma che cosa bellissima, sembrava un tifoso storico, proprio come Sarri. In ufficio mi hanno chiesto se sentissi anche io una puzza di fritto, chiaramente ho detto di no. Passate una buona settimana e salutatemi Tacchinardi, ditegli che continuiamo ad avere problemi in attacco.

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