Le pagelle di Napoli-Lazio 5-0, a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia
REINA – La porta resta vergine per la seconda volta nel giro di quattro giorni. Sbaglia un rilancio al 16’ della ripresa. Talmente inoperoso che esulta dopo aver fermato Keita all’89’. 6
Al sudorometro, stasera, totalizza 0 – 6
HYSAJ – Più gioca e più acquista personalità. Prova superlativa per l’albanese dell’empolizzazione estiva. Cross, dribbling e contrasti vinti. Dà spessore alla linea difensiva e inizia avere feeling con il Pipita là davanti. 7
È bastato metterlo a destra per cambiare tutto lo schema. Mammarocarmine – 7
ALBIOL – Tenta un gol alla Florenzi al 12’. Subito dopo recupera di testa a centrocampo il pallone che dà vita al primo gol. È fondamentale nel tenere la linea difensiva alta. Un numero importante di anticipi e tackle e si prende finanche un applauso quando fa il primo errore al 38’. 7
Quando non hai nulla da dire su Albiol e ti viene di fargli un applauso vuol dire che è la partita perfetta. Quando il Napoli non prende un gol perché la difesa funziona e davanti continuiamo ad essere devastanti ti vengono le lacrime agli occhi – 7
KOULIBALY – Se continua così, Ilaria cara, Sarri sarà il Michelangelo che da questo blocco enorme di marmo nero tirerà fuori un campione di livello internazionale. 7
Il marmo nero è una pietra antichissima, dai tanti nomi e dai tanti aspetti. Oggi ne abbiamo scoperta un’altra varietà: un marmo nerissimo con striature azzurre. Da oggi in poi sarà il nostro “lapis sanctissimum” – 8
GHOULAM – Una sbavatura che poteva essere esiziale all’inizio, quando si perde Basta, che non ferma neanche con un fallo di mano. Spinge tantissimo e nella ripresa argina da subito Felipe Anderson. 6,5
È il classico errore iniziale di Ghoulam. Una di quelle sbavature che sono necessarie per rendere la bellezza del quadro ancora più completa – 6,5
ALLAN – È un pilastro della diga di centro, quella che dà intensità e ritmo alla gestione del pallone. Il suo gol nasce da un’azione da manuale del calcio, con la piroetta di Insigne che taglia la difesa della Lazio dopo un giropalla fantastico. Segna il suo secondo gol in campionato, ma lo score è alto anche negli assist, come conferma il lancio per la quinta rete di Gabbiadini. 7
Splendido come una benedizione, una spezia colorata, un saluto arabo, una suggestione. Ha fatto un grande gol, è vero, ma è firmato a metà da una bellissima palla che gli ha dato Lorenzo – 8
JORGINHO – Conferma l’ispirazione di metà settimana. Insigne in campo gli ruba un po’ la scena e il ruolo, ma la resurrezione dell’italo-brasiliano, dopo l’annata del centrocampo a due, è evidente. 6,5
Piedi di fata. Nel centrocampo a tre fa ridere di gioia anche me – 8
HAMSIK – Non segna, ma quando gioca così è l’uomo più completo della squadra, il campione un tempo valutato 40 milioni di euro. Recupera, lancia, supera l’avversario. È ovunque, con una predilizione per il centro-sinistra, col trattino. 7,5
Mi commuove l’intesa che ha con Insigne. Sembra ringiovanito, si muove con disinvoltura. Si diverte, finalmente. Mi fa una cosa calda nel cuore – 8
DAVID LOPEZ dal 14’ della ripresa. Entra durante uno show di successo e ne beneficia anche lui, finalmente. 6
Ho tremato. Poi però ho tirato anche io il fiato – 6
CALLEJON – Ha polmoni d’acciaio per come va avanti e indietro. Nella ripresa parte addirittura da terzino quattro-cinque volte. La fiscalità dell’arbitro sul recupero gli nega il gol, forse. 6,5
Il modo in cui correva danzando su quell’azione in cui era fuorigioco è stata una goduria, Fabrizio – 6,5
HIGUAIN – Se gli dei della pelota ti concedono due gol così dopo l’Errore del 31 maggio, allora il perdono è predestinazione da fuoriclasse. Le due reti sono stratosferiche, ma è impressionante lo slalom gigante che fa sul terzo gol, quello di Insigne su ribattuta di Marchetti. 8
Una cagliosa e un dribbling tra laziali che sembravano birilli che Marchetti gli toglie dal piatto. Ci è rimasto male e io con lui. Poi un’azione di freddezza e precisione che frutta a lui la doppietta e a noi il quarto gol. Meritava la vendetta, dopo quel dischetto di maggio. Ha dato il massimo, prende il massimo anche da me – 10
GABBIADINI – Entra e comincia un tiro al bersaglio. Fa centro su ispirazione di Allan. 6,5
Firma la manita. La vendetta è servita – 6,5
INSIGNE – La somma tra tiri e assist è gigantesco, tanto per dare concretezza alla sua tendenza a fare magia. È uno spot per il calcio, in una serata del genere. E attenzione: è già al secondo gol in campionato. 8,5
Consegna un gol ad Allan su un piatto d’argento. Poco dopo passa in mezzo al nulla calciando un pallone memorabile che si perde di poco sopra la traversa. Rimedia sulla parata di Marchetti a Higuain buttando in rete la palla che il Pipita si era conquistato in maniera immacolata. I suoi piedi sembrano un’arpa che suona. Leggiadro, incantevole, scaltro, bello. È in forma strepitosa. In questo momento è il Napoli – 10
EL KADDOURI – Come per David Lopez. S’inserisce nel corso di una partita perfetta e crea pure lui. 6
È bello quando dalla panchina entra uno che ti è sempre piaciuto. Ti rilassi, perché pensi che non hai solo scartine, come riserva, ma una speranza ancora – 6
SARRI – Tanto di cappello e cappellini. Il Napoli ha fatto dieci gol in due partite, senza subirne alcuno. Il modulo conta ma fino a un certo punto. La squadra di stasera, con un’altra manita, è da capolavoro. 8
Ci sono quelle serate in cui funziona tutto. L’aria è fresca al punto giusto. I lampi in lontananza, per uno strano incrocio di venti, non consentono alla pioggia di arrivare. La cena è stata consumata in tempo e la birra era fredda come piace a te. Quelle serate in cui hai paura di un’altra sconfitta ma in cui, invece, ti levi i paccheri di faccia e stracci con una manita quel terribile 31 maggio dal calendario. Quelle sere in cui parti che è meglio non dirlo che stiamo giocando bene, è meglio restare sotto traccia, ma poi la felicità e la bellezza del calcio ti penetra nelle ossa, sciogliendo il sangue nelle vene. Quelle sere in cui tutto funziona tutto talmente bene che persino la linea difensiva si chiude alla perfezione, come un girasole al tramonto. La palla circola, tocchi leggeri, pressing in ogni punto del campo, passaggi precisi, sovrapposizioni. E tu stai lì, e pensi che erano mesi, tanti mesi, troppi mesi che non vedevi un calcio così. E allora dici soltanto: grazie, ‘o Zì – 9
DAMATO – Non sbaglia nulla. 7
E chi l’ha visto l’arbitro? Non ci è servito neanche una volta. Che bella cosa – 8
Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia