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Il primo Napoli di Sarri, bello e dispendioso

Il commento, a distanza di giorni, sulla prima amichevole del Napoli. Contro il Nizza.

Il primo Napoli di Sarri, bello e dispendioso

Preambolo

Breve conversazione.
“Non lo hai visto il Napoli domenica?”
“Sì, l’ho visto. Contrariamente alle mie abitudini, visto che era un’amichevole”
“E non hai scritto?”
“E che scrivo, di un’amichevole?”
“A leggere in giro, sembrava una finale. Insomma, il Napoli ti è piaciuto o no?”
“Sì, mi è piaciuto, pure tanto. Ovviamente parlo della prima mezz’ora. Molto bella. Dispendiosa ma bella”.
“E devi scrivere”.

Svolgimento
E quindi ne scrivo, sia pure in clamoroso ritardo. Sì, domenica sera ho fatto uno strappo alla regola e in un pub del Vomero ho guardato Nizza-Napoli. Bisogna dire che non eravamo soli, non il pienone delle grandi occasioni però diciamo, in proporzione, 40mila spettatori.

E ho visto un bel Napoli. In una partita d’agosto, di fatto la prima amichevole dopo le passeggiate trentine, puoi solo verificare se c’è un’idea, un’intelaiatura, quali sono – se ci sono – i nuovi disegni dell’allenatore. Il resto, va da sé, conta poco. Non solo il risultato (che conta zero) ma anche quanto tempo riesci a tenere quell’impronta di gioco che ti sei voluto dare.

Mi hanno colpito un po’ di aspetti. Che possono essere interpretati in chiave positiva così come negativa. Il Napoli di Nizza (con Callejon al posto di Gabbiadini che pure era stato annunciato in formazione dall’account ufficiale del Napoli) è partito forte. Molto forte. Nessun attendismo. Subito pressing. Subito tutti nella metà campo avversaria. Su Twitter, dove già durante la partita è nato un dibattito tattico di livello considerevole, c’è una foto (scattata dall’account Emilio F5C) che immortala gli azzurri dopo appena sette secondi di gioco. Eccola.

Foto che farà inorridire un italianista ortodosso come Giulio Spadetta. Guardate la linea difensiva del Napoli. Uno zemaniano di lungo corso come me non può non emozionarsi. Dalla stessa foto è nato un altro dibattito sul modulo sarriano: è davvero un 4-3-2-1 o è invece il demoniaco 4-2-3-1? Ma non voglio intrattenervi su questo. Voglio sottolineare che pronti via il Napoli ha aggredito gli avversari. Mangiavamo il campo, aggressione continua al portatore di palla avversario e, nelle intenzioni, immediate ripartenze.

L’esempio più illuminante è stato il gol del pareggio. Palla conquistata al limite dell’area del Nizza, appoggio in avanti e cross basso per Callejon.

Un pressing intenso. Una chiusura degli spazi sistematica. Un ritmo elevatissimo per essere il 2 agosto ma francamente elevato anche da immaginare per nove mesi. Un ritmo innegabilmente entusiasmante. Il Napoli agisce più per vie centrali. Si cerca costantemente l’uno-due. Il modello, per capirci, è il primo gol subito a Empoli da Maccarone. È uno schema cercato spesso dal Napoli.

Il ritmo

Il ritmo, dicevamo. Qui bisogna intendersi. Non so se si corra di più. Si corre certamente in modo diverso. Il campo diventa più corto. Si gioca in trenta-quaranta metri, quindi si corre di meno. Arrigo Sacchi a tal proposito potrebbe tenere conferenze dotte (ai suoi tempi, però, con quella regola del fuorigioco era un altro sport). Ma ci sono più scatti brevi, molti scatti brevi con immediate ripartenze. Quando funziona, l’avversario non può che perdere il pallone; nel migliore dei casi, per loro, sono costretti a gettarlo via: o davanti o in fallo laterale.

Valdifiori ha piedi buoni, è innegabile. E giocoforza dovrà essere anche un po’ incontrista, compito che non potrà essere delegato al solo Allan (a Nizza ha giocato David Lopez teoricamente al posto di Hamsik). Gli attaccanti e i trequartisti accorciano e allungano come una fisarmonica. È difficile trovare un punto di riferimento nelle squadre del passato. Zeman giocava molto palla a terra ma sfruttava tanto gli esterni d’attacco, anche Sarri sfrutta molto i tagli ma in modo diverso. Si gioca in un fazzoletto di campo.

La fase difensiva

Sì vabbè ma la fase difensiva? Bisogna parlare soprattutto del primo tempo, anzi della prima mezz’ora. Perché poi il Napoli si è via via spento e alla fine è rimasto anche in dieci uomini per l’espulsione di Callejon. Abbiamo di fatto preso gol su papera del portiere e il secondo è nato sì da un’incertezza di Henrique ma è stato comunque un eurogol. In verità il Napoli fa densità anche in difesa. Difende in cinque, come spiegò lo stesso Sarri a Dimaro. Lascia un po’ sguarnite le fasce – anche qui su Twitter il dibattito è ampiamente aperto – e il terzo gol ne è un esempio illuminante.

Il punto, in realtà, secondo me è un altro. Si possono reggere tante partite al ritmo della prima mezz’ora? Perché il giudizio su questi trenta minuti è inequivocabile: è un Napoli esaltante, che non lascia il tempo di pensare, che schizza subito in avanti. L’altro tema che penso si porrà in futuro, legato a questo, è la capacità di addormentare le partite. Tema che a un certo punto divenne centrale nel Napoli di Mazzarri. Bisognerà vedere cos’accadrà quando gli avversari ne piazzeranno uno alle calcagna di Valdifiori, come fece Pruzzo con Krol in un famoso Roma-Napoli.

Di tante altre cose si potrebbe parlare. Ma un’amichevole è un’amichevole. E il giudizio è ampiamente positivo. Ogni critica il 2 agosto lascia il tempo che trova. Senza contare le assenze di 5-6 titolari. Almeno fino a metà ottobre il cantiere è da considerarsi aperto.

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