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Adesso vi diranno che il Cesena è il Barcellona della riviera romagnola

Adesso vi diranno che il Cesena è il Barcellona della riviera romagnola

Statene certi, adesso ve lo diranno. Vi diranno che in fondo la vittoria di ieri sera non era così scontata come sembra, che il Cesena è pur sempre il Barcellona della riviera romagnola e che il carneade Defrel è destinato ad un radioso avvenire, anzi lo abbiamo già opzionato per l’anno prossimo. Vi diranno che senza cuore e grinta adesso staremmo a parlare di altri tre punti gettati alle formiche, che la squadra dopo il naufragio di Kiev ha trovato la forza di ripartire e non era facile, che l’obbiettivo principale in fondo è ancora a portata di mano, ma sempre a patto di remare tutti nella direzione dei faraglioni senza dubbi o tentennamenti. Vi diranno che lo scarso minutaggio di Mertens, sino ad oggi, non è assolutamente imputabile alla guida tecnica, ma solo all’inspiegabile altalena di prestazioni che il belga ha offerto troppe volte nel corso del suo soggiorno in riva al golfo, chi è davvero decisivo lo dimostra a Roma e a Torino, altrochè. Ve lo diranno, potete scommetterci.

Vi diranno che nonostante tutto i ragazzi sono ancora con Benitez, che le sue idee hanno fatto breccia nella testa dei calciatori e che sarebbe un suicidio buttare all’aria tutto solo per un paio di serate no e per tanta sfortuna, il progetto deve proseguire, la società è sana e la programmazione è tutto, nel calcio come nella vita.

Giocatevi quello che volete, vi diranno anche questo. Vi diranno che lo stesso Pecchia adesso è pronto a camminare con le sue gambe proprio grazie all’esperienza maturata all’ombra del madrileno, vi diranno che applaudire gli avversari è vergognoso, anche dopo essere usciti dalla coppa ad opera di una città che non è riportata nemmeno sulle mappe di prima classe Alviero Martini, vi diranno che Pipita in fondo resta un campione vero e che persino a Messi capita di sbagliare tanti gol, solo che quando lui è in serata no ci sono comunque tanti altri campioni che fanno la differenza e quindi nessuno se ne accorge. Inutile far finta di non sentire, vi diranno pure che Gabbia ha ancora margini di crescita, che Lorenzigno è pur sempre reduce da un grave infortunio e va aspettato, che anticipi e posticipi bene o male fanno parte del gioco, stupido gridare sempre al complotto e comunque il ricorso sarebbe inutile, secondo voi il TAR Lazio a chi darebbe ragione?

Insomma, senza farla lunga vi diranno che questa squadra e questa società sono comunque il fiore all’occhiello di una città dove non funziona niente, dove si spara ancora per le strade e lo scandalo nomine al Mercadante, a confronto, sembra soltanto una marachella da bambini. Vi diranno che il riscatto di un popolo passa prima per altre cose, e dopo per il calcio. Che non occorre un quoziente intellettivo molto superiore a quello di Bobo Vieri – potete mettere la mano sui campi flegrei vi diranno anche questo – per rendersi conto che le vittorie si costruiscono solo se tutti fanno la loro parte, tifosi e amministratori in primis, che è inutile aspirare al gran gala del calcio europeo senza avere il vestito adatto, un po’ come da ragazzi ci si intrufolava al tennis club della villa comunale spacciandosi per cugini di Diego Nargiso. Vi diranno, potete giurarci, che non si fanno le nozze coi fichi secchi, ma si guarderanno bene dallo spiegarvi il significato recondito di questa oscura espressione. Vi diranno pure che per i processi ci sarà tempo, che insomma adesso ci vuole pazienza e maturità, che il tifoso può dimostrare davvero di essere il simbolo della Napoli migliore, lontana dagli stereotipi e dai lamenti che a lungo l’hanno griffata in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Vi diranno tutto questo, e anche di più. Per fortuna, però, quando tra poco gli altri alzeranno coppe e scudetti, tutti sapranno chi ha mentito e chi invece diceva la verità.
Otto Tifoso

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