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È quando Mauro parla di fallimento del progetto Napoli che De Laurentiis sbotta: “Con Sky non si parla, non tratterebbero mai così Juve, Milan o Inter”

È quando Mauro parla di fallimento del progetto Napoli che De Laurentiis sbotta: “Con Sky non si parla, non tratterebbero mai così Juve, Milan o Inter”
Aurelio De Laurentiis

Che cosa è successo al Napoli? Perché improvvisamente ha deciso di non parlare con Sky dopo aver inviato Bigon nella consueta intervista prepartita? C’entra lo scontro della scorsa settimana tra Benitez e Massimo Mauro? E, ancora, perché la società non motiva pubbliciamente le ragioni della protesta? Sono alcune delle domande più frequenti che rimbalzano tra i tifosi del Napoli e non solo. Perché “la notizia” ha ampiamente debordato dai confini cittadini e regionali. Quello che una a dir poco indispettita Ilaria D’Amico ha definito “silenzio stampa ad aziendam” è una quasi novità nel panorama calcio-televisivo italiano. Quasi. Lo scorso anno, ad esempio, Ballardini – allora allenatore del Bologna – proprio dopoun pareggio 2-2 con l’Inter a Milano decise di non parlare con i giornalisti di Sky Sport: «Non ho accettato di parlare con Sky. Perché? Hanno poco rispetto per la persona e per la professione», disse.

Più o meno quel che ha pensato Aurelio De Laurentiis domenica sera nella sua casa, al termine di Napoli-Inter. Un 2-2 non facile da digerire, dopo aver dominato per settanta minuti. Ma tant’è. È proprio in quei minuti che separano la fine della partita dall’inizio dello show post-partita (per alcuni persino più intrigante del calcio giocato) che il presidente matura la decisione del silenzio stampa unidirezionale. La matura mentre ascolta Massimo Mauro dire che «dal punto di vista dell’equilibrio sono due anni che il Napoli non migliora», per giungere alla conclusione che «questo è il fallimento di Benitez». È a questa parola che De Laurentiis ha trasecolato. Fallimento. Come il Parma salvato dalla Lega Serie A (senza ilsuo voto) anche dopo una lettera inviata dall’emittente di Murdoch. Fallimento. Come l’orizzonte di ben dodici squadre di serie A, a sentire le dichiarazioni di Zamparini in quella infuocata assemblea della settimana scorsa. Fallimento. Quello che potrebbe rischiare l’Inter di Thohir che è stata costretta a un bond di 300 milioni di euro e che se non dovesse conquistare la Champions nei prossimi due anni potrebbe incappare in spiacevoli conseguenze. Fallimento. Il Napoli, proprio il Napoli – ha pensato De Laurentiis – l’unica squadra di serie non indebitata, l’unica che paga in contanti l’acquisto di calciatori senza formule dilatorie a dieci anni con qualche buono benzina, l’unica che ha un bilancio in perfetta regola, l’unica che può sbandierare una gestione oculata.    

Insomma, fallimento è un termine discretamente infelice per una squadra che ha vinto l’unico titolo fin qui assegnato dalla stagione calcistica in Italia. Una squadra che è in semifinale di Coppa Italia. Agli ottavi di Europa League. Ed è terza in campionato a quattro punti dalla Roma.

A De Laurentiis monta la rabbia mentre Mauro prosegue: «I dati dicono che il Napoli è peggiorato, non migliorato, in due anni. Così non diventerà mai una grande squadra». È a questo punto che il presidente, con toni che probabilmente somigliano a quelli del Numero uno il mitico fondatore del Gruppo Tnt, decide che la misura è colma: “con Sky non si parla, è vergognoso il modo in cui ci trattano sempre. Non si permetterebbero mai di riservare lo stesso trattamento a Juventus, Inter e Milan”. Perché, per carità, ci sta criticare una prestazione, ci sta sottolineare di aver buttato un’altra occasione, di essersi fatti rimontare due gol in casa. Ma da qui a definire fallimentare il progetto di questi due anni manca solo un ingrediente: la malafede.

L’input è partito poco prima che Benitez cominciasse, proprio da Sky, il consueto giro delle tv. Non è stato Rafa a voler evitare il confronto con Sky. Non avrebbe avuto alcun problema a parlare di calcio con chi si intesta scudetti vinti giocando con un calciatore bravino nato a Lanus.

Alla tv di Murdoch non l’hanno presa bene e sottolineano a ogni servizio le inadempienze contrattuali del Napoli. Inadempienze che non preoccupano a Castel Volturno: l’obbligo di andare in tv ci sarebbe ma non ci sarebbe alcuna sanzione. Il punto, comunque, non è questo. È naturale che prima o poi le parti si avvicinino anche se il Napoli non ha alcuna fretta di fare pace. La società non ritiene più tollerabile il trattamento riservatole dall’emittente di Sky, soprattutto da qualche opinionista. E ieri sera lo ha fatto capire piuttosto chiaramente.
Massimiliano Gallo

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