Era il 28 gennaio 2009 quando a soli 17 anni Luigi Sepe esordiva in Serie A con la maglia del Napoli. Si giocava a Firenze e Reja spedì il giovane napoletano in campo nel primo tempo per l’infortunio di Gianello. Il suo primo intervento fu una buona uscita bassa a fermare un attacco viola. La partita terminò poi 2-1 per i gigliati che vinsero con una rete di Montolivo e un Sepe non impeccabile sulla conclusione dell’attuale capitano milanista.
Sono passati quasi cinque anni da quella fredda sera e Luigi Sepe è tornato in quello stadio, in Serie A, con la maglia dell’Empoli per una gara che è per tradizione sentita come un derby dalle tifoserie del capoluogo e della piccola e vicina cittadina. Sono passati cinque anni ma a guardare la partita sono sembrati molti di più perché il buon Luigi ha sfoderato una prestazione di livello assoluto con diversi interventi prodigiosi a sventare gli assalti avversari. Nella prima circostanza addirittura Cuadrado ha applaudito il portiere napoletano per il volo con cui ha deviato in angolo la sua forte conclusione carica di effetto. Ma non è tutto qui, il giovane portiere ha trasmesso sicurezza a tutto il reparto, uscendo più volte in presa alta nel concitato finale quando sono piovuti molti palloni in area di rigore per Gomez e poi per El Hamdaoui nel tentativo viola di acciuffare il successo.
Il tono delle mie parole è chiaramente entusiasta e c’è una ragione. Da quella sera del 2009 ho seguito con interesse la crescita di Sepe, perché francamente ho sempre desiderato trovare un erede all’ultimo portiere napoletano che ha giocato in maglia azzurra, “Batman” Taglialatela, e così ho cercato di tenermi aggiornato su come procedeva la carriera di Sepe nei vari prestiti in giro per l’Italia. Il suo percorso di crescita è stato regolare e si può dire che l’esperienza in Lega Pro con la maglia del Pisa nel calore dell’Arena Garibaldi è stata sicuramente formativa. È però nelle ultime due stagioni, prima a Lanciano in Serie B e poi ad Empoli quest’anno in Serie A, che si sta manifestando quel talento che molti preconizzavano già cinque anni fa.
Ciò che mi ha stupito di più, e lo ammetto con onestà, è la rapidità con cui Sepe ha assorbito il passaggio dalla B alla A. Certamente ha avuto qualche incertezza nelle prime partite, è stato anche alternato con Bassi, ma è sembrato evidente come stesse acquisendo sempre maggior fiducia nei propri mezzi. Ne abbiamo avuto un assaggio anche al San Paolo poche settimane fa, quando, passato il 90’, ha sventato il tiro al volo di De Guzman salvando l’Empoli da una sconfitta che sarebbe stata probabilmente anche immeritata.
E poi siamo arrivati ad oggi e per me si è idealmente chiuso un cerchio. Francamente non so se Luigi Sepe sia già pronto per essere il portiere del Napoli, ma se continuerà a tenere questo rendimento fino alla fine della stagione sarà senz’altro questione di buon senso riportarlo a Napoli e magari dargli una chance, anche in vista delle nuove norme sulla composizione delle squadre di A. Potrebbe così ripercorrere le orme di Insigne giungendo in prima squadra dalla Scugnizzeria e, perché no, magari guadagnarsi poi anche i gradi di titolare.
Andrea Iovene