In “Morte di un matematico napoletano”, di Mario Martone, un Toni Servillo non ancora noto al grande pubblico smonta un grande Carlo Cecchi in versione Renato Caccioppoli che parla del metodo che lui utilizzerebbe per togliersi la vita: “Ma il comico non era superiore al tragico?”, lo interrompe citando una sua frase. A quella tavolata, tra l’altro, c’era un bel po’ di teatro napoletano, da Andrea Renzi a Vincenzo Salemme. Ma non divaghiamo. Quella frase torna alla mente dopo aver letto Magellano e il magizete, l’ultimo racconto di Guido Trombetti, scritto per una piccola casa editrice di Caserta, edizioni Spartaco.
Un racconto divertente, surreale, non banale, sorretto da una domanda che accompagna il lettore dalla prima all’ultima pagina: siamo sicuri che la realtà sia superiore alla fantasia? Un evento storico può esser considerato più rilevante di un viaggio magari mai affrontato ma il cui racconto ci ha provocato emozioni indelebili? È il tema all’ordine del giorno dell’assemblea generale dei soci del circolo «Esploratori e navigatori di ieri e di oggi» con cui si apre il libro dell’ex rettore della Federico II. Un circolo fondato da Magellano con l’obiettivo di riunire gli esploratori, i viaggiatori e i navigatori di ogni tempo. Adesso il circolo è chiamato a un passaggio importante: deve dibattere dell’apertura ai viaggiatori di fantasia. Insomma, Asimov e Jules Verne – per dirne due – possono farne parte?
Trombetti intreccia storie e personaggi diversi che fondamentalmente agiscono in un universo senza spazio né tempo. Pochi i passaggi che possono essere contestualizzati. A un certo punto una scolaresca va a San Biagio dei Librai a visitare l’ospedale delle bambole, così come compare la Nunziatella. Ma sono squarci. L’occhio di bue è quasi sempre centrato sull’assemblea, con flashback che ci accompagnano in una scuola e in un paesino di una provincia qualsiasi.
Si capisce che Trombetti si diverte a sfotticchiare, probabilmente a cominciare dal suo ambiente. Che cosa è quell’assemblea di personaggi illustri che il più delle volte si parlano addosso se non uno dei tanti senati accademici cui il professore avrà partecipato? Trombetti alterna la caratterizzazione di personaggi illustri della storia e della letteratura (magari talvolta eccedendo in riferimenti) a sorprendenti dettagli dell’animo infantile rappresentato da quattro scolaretti di una classe guidata da una maestra zitella e poco incline alla fantasia.
L’ex rettore non risparmia l’intellighenzia di sinistra, quella che guarda Kieslovski, che ama dibattere a patto che si esprimano concetti a lei cari, che si indigna quando si imbatte in qualcuno che al ristorante ha ancora il coraggio di ordinare una bistecca senza alcun rispetto per il regno animale ma che alla fin fine ha il controllo assoluto del paesello.
Poiché noi siamo il Napolista, anche in una recensione letteraria non possiamo non soffermarci sugli aspetti del pallone. Da buon calciofilo, qualche sassolino dalla scarpa il professor Trombetti se lo toglie anche in questo campo. Uno dei quattro bambini protagonisti si chiama Italo; ha un segreto: una bambola con cui gioca di nascosto dal padre perché per il genitore le bambole sono roba da femminucce. E in un passaggio Italo rivela ai compagni che la sera prima si è addormentato sul divano mentre guardava la Juventus con papà. Lasciando intendere la fede bianconera del padre.
Ma non è tutto. Presidente onorario del Circolo “Esploratori e navigatori di ieri e di oggi” è Noè. Un Noè ovviamente con barba lunghissima bianca, che al termine del diluvio non ebbe il coraggio di abbandonare i suoi animali (1443, la cui somma fa undici proprio come i calciatori di una squadra di calcio) e quindi fece un mutuo per comprare un pezzo di terra vicino a Castel Volturno. Noè a Castel Volturno. Non solo. Il mutuo lo pagava con i proventi dell’Arca Commission, una società che produceva filmati e spot pubblicitari. Vi ricorda qualcosa?
Trombetti trasforma Noè in un imprenditore a dir poco attento al denaro. Ecco uno dei passaggi a lui dedicati: “Il buffet era modesto. Questo bisogna dirlo. Ma d’altro canto la cosa non deve sorprendere. Per statuto toccava al presidente farsi carico dei relativi costi. E per quanto benestante, anzi molto benestante, il presidente era uno spilorcio matricolato. La motivazione ufficiale era che se si mangia troppo poi si lavora male”. Un Noè versione pappone, diremmo oggi. A De Laurentiis fischieranno le orecchie.
Il racconto strappa più di un sorriso, talvolta amaro, si snoda di paradosso in paradosso, ha come inamovibile punto di riferimento Alice nel paese delle meraviglie ed è sempre accompagnato da un canto di sottofondo che sembra ripetere l’invito a non prendersi troppo sul serio. La frase più bella è senza dubbio quella attribuita all’immaginario Jonathan Swift: «Oggi se vai su Marte e non trovi un marziano, non fai nemmeno notizia».
Il libro costa 10 euro e sarà presentato il 15 dicembre al Grenoble. Magari in quella occasione il professor Trombetti spiegherà che cos’è il magizete.
Massimiliano Gallo