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Il progetto Benitez appare già defunto

Il progetto Benitez appare già defunto

L’intervista di Benitez a Sky è un inno alla menzogna. Addirittura offensiva per l’intelligenza di chi ascolta. «Impossibile commentare questa partita. Abbiamo tirato 33 volte. Ci è mancato soltanto il goal». Lasciando intendere che è sempre il destino cinico e baro a punirci. Che delusione! Neanche il coraggio di ammettere limiti ed errori. Neanche il coraggio di spiegare scarsa motivazione e scarsa concentrazione. Che spiegano in buona parte i tiri spediti in curva.

Diciamo la verità. La delusione è gigantesca. In particolare per chi, come me, ci credeva in questa squadra. Per chi come me era convinto che il Napoli avrebbe lottato per vincere il campionato. D’altro canto a parte Juve e Roma sulla carta non vedo molte squadre più forti della compagine azzurra. E invece dopo un turno di Champions e dopo due turni di campionato ci troviamo già a sentire odore di stagione fallimentare. E per favore nessuno mi ricordi che siamo appena al secondo turno di campionato. So contare credetemi. Se pure contro il Chievo si fosse soltanto avuto conferma dello scarso rendimento del Napoli contro le piccole sarebbe una notizia mortale.

Il problema vero è nella temperie che ho avvertito e avverto intorno alla squadra da qualche giorno. Forse da una settimana. Forse da più tempo. Sicuramente dopo Genova quando ce la cavammo con una mano della dea bendata. Che cosa è accaduto? Che cosa accade? L’impressione è di un ambiente in velocissimo disfacimento. Il tecnico e il presidente, si dice, in contrasto. Con la conseguenza che carisma e credibilità del Rafa si squagliano. La squadra gli scappa di mano. E quindi in definitiva il tanto vantato e da molti di noi osannato “progetto Benitez” appare defunto. O forse non è mai esistito. Forse il progetto era tutto in un contratto principesco… Lo spagnolo si muove come uno che ha già la valigia fuori dalla porta di casa. E, in ultima analisi, se ne frega dei risultati. Tanto potrà scaricare le responsabilità sul presidente che non ha comprato. I suoi uomini di stretta fede Albiol, Mertens, Callejon e lo stesso Higuain sono inguardabili. Aggiungi Maggio consunto, Insigne intollerabilmente goalfobico, una difesa nel complesso comica ed hai il quadro attuale. Il tutto con il giocatore simbolo e leader , il Pipita Higuain, esangue, molle, ectoplasmatico. Cioè con la testa altrove.

Meglio parlare chiaro subito. Chi come me ha scritto più volte di credere in una grande stagione deve fare autocritica. D’altro canto nulla di nuovo sotto il sole. Una squadra di calcio si giudica domenica per domenica. Il Napoli appare una squadra sfatta. Errori su errori sotto porta, passaggi sbagliati a decine non sono, quasi certamente, frutto di una giornata storta. Né le due esibizioni di coppa e l’esordio in campionato avevano mostrato squarci di luce accecante. Temo che i difetti cui alludo siano purtroppo la risultante di un gruppo dove nessuno ci crede e nessuno vuole sacrificarsi. Dove ognuno pensa di salvare se stesso nel modo più stupido possibile. E cioè non mettendosi al servizio del collettivo. La situazione esige una presa di posizione forte dell’unica forza vera del Napoli. Aurelio De Laurentiis. Lancio una provocazione . Subito il rinnovo del contratto per un biennio a Benitez. O subito un altro tecnico. L’aria che si respira in giro è brutta. Greve. Gli appassionati sono già esasperati. Si sentono traditi. E il tradimento conduce a comportamenti irrazionali. Presidente decida subito. Benitez dentro o fuori. Qui o si fa il Napoli o …si muore.
Guido Trombetti

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