La logica del “devi vincere” contagia anche Il Mattino

Bisogna riconoscere che stavolta le piccole beghe di casa nostra sembrano davvero poca roba rispetto a quel che si legge del calcio italiano in questi giorni. Della Juventus abbiamo scritto qui, con la Gazzetta dello Sport che traccia un quadro impietoso dei conti della società bianconera. In pratica, dopo quasi tre scudetti consecutivi, la Juventus […]

Bisogna riconoscere che stavolta le piccole beghe di casa nostra sembrano davvero poca roba rispetto a quel che si legge del calcio italiano in questi giorni. Della Juventus abbiamo scritto qui, con la Gazzetta dello Sport che traccia un quadro impietoso dei conti della società bianconera. In pratica, dopo quasi tre scudetti consecutivi, la Juventus è costretta a vendere Pogba a 70 milioni (sempre che il Psg possa acquistarlo) per non fare suonare la sirena d’allarme. Chissà cosa direbbe Aurelio De Laurentiis che già dello scudetto ha sempre avuto scarsa voglia. Ma non sono solo i conti della Juventus a tenere banco – anche se l’apertura della Gazzetta è davvero esplosiva -; ci sono anche il caso Seedorf (che ha dell’incredibile) e le dichiarazioni del presidente del Coni Malagò che ha rilasciato una dichiarazione sul calcio italiano come se lui nella vita facesse il giardiniere: «Il campionato italiano è livellato verso il basso (domanda: ma lui che si sta a fare? ndr)» e, ancora: «Invece di assicurare ingaggi favolosi a giocatori non eccelsi, i presidenti avrebbero potuto rifare gli stadi. Una scelta scellerata, la loro». E anche qui si potrebbe discutere a lungo della legge italiana per la realizzazione degli stadi. Sembrano frasi lanciate lì dal primo che passa, non dal numero uno dello sport italiano.

Al confronto, dicevamo, l’intervistucola rilasciata da Valon Behrami è davvero un’inezia. Che vuoi che sia un calciatore che praticamente bolla come fallimentare la stagione e dichiara apertamente una sua frattura col compagno di squadra Inler. Bazzecole. Anche perché lo stesso centrocampista sembra in partenza. Benitez, d’altronde, non lo considera più un titolare, nelle gerarchie è stato scalzato da Jorginho. Pare che andrà a Milano, sponda nerazzurra. Poco male. Ma gli addii bisognerebbe saperli gestire. Anche il caso Hamsik (sarà venduto in caso di lauta offerta) sembra poca roba. Sì, ha lasciato il segno il nervosismo di Benitez nel post partita di Udine; anche in questo caso, però, sembra davvero ordinaria amministrazione. Tranne che per noi, ovviamente. Oggi Il Mattino scrive in prima pagina un articolo così titolato: “Benitez, la stagione delle prove è finita”, in cui il tecnico viene messo sotto accusa per le sue dichiarazioni post-gara di Udine.

È incredibile come a Napoli si siano ormai convinti di tifare per il Real Madrid. Siamo ormai vittime di un transfert collettivo. Mettiamo spalle al muro il tecnico madrileno, come se noi stessimo offrendo a lui un’occasione imperdibile. Come se non sapessimo che siamo al suo primo anno a Napoli e che, soprattutto, negli ultimi 24 anni abbiamo sollevato soltanto una Coppa Italia. Insomma, non abbiamo il background per porre un ultimatum a Benitez, uno che non avrebbe difficoltà a trovare una panchina più che dignitosa lontano da Napoli. Siamo alla fine di una stagione. Ciascuno ovviamente la giudica come preferisce. Ma è stata sicuramente in linea con gli ultimi, ottimi, anni del Napoli. Forse sarebbe il caso di stare coi piedi per terra, di guardare in faccia la realtà e di aiutare anche i tifosi a interpretarla, a rendersi conto di quanto e cosa sia cambiato quest’anno. Se anche i giornalisti cadono nella logica del “devi vincere” diventa davvero arduo. Sembra sempre più – come abbiamo scritto – che la vittoria sia un qualcosa da esigere, di dovuto. Già che ci siamo, varrebbe la pena ricordare che le finali si possono perdere. Fa parte dello sport.
Massimiliano Gallo

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