Ebbene, Rafa, ci siamo: la prima sconfitta del tuo Napoli è arrivata. Ed è una sconfitta talmente indiscutibile, da farmi venire in mente le memorabili parole pronunciate da Mourinho dopo la memorabile manita presa dal Barcellona al Camp Nou: “Certe sconfitte sono talmente nette, che alla fine non puoi nemmeno arrabbiarti”. Ci sono tutte le attenuanti del caso, per carità: il grandissimo calcio fatto vedere dall’Arsenal, che tecnicamente ci è superiore, e non di poco (Bergomi, su Sky, ha ripetuto più di una volta che la squadra di Wenger, al momento, è forse quella che gioca meglio in Europa); le lacune tecniche lasciate dal mercato, lacune che nessuno ha mai negato, pur essendo stato il mercato oggettivamente ottimo; e per ultima, perché ci hai insegnato che si può anche non essere chiagnazzari cronici, l’assenza di Higuaín (mica uno qualunque, diciamo).
Questa sconfitta non è comunque una tragedia; ma l’amaro in bocca resta soprattutto perché è sembrato di rivedere il Napoli di Mazzarri. Il Napoli molle, confuso, intimorito, il Napoli che scompariva nelle partite importanti, che si scioglieva nel momento in cui bisognava scendere in campo col coltello fra i denti, che non scendeva veramente in campo nelle partite in cui avrebbe potuto fare il famoso salto di qualità. Dopo una prestazione di squadra così, è anche inutile parlare dei singoli; certo, però, ci sono giocatori che dovrebbero fare la differenza, e che quando evaporano come stasera deludono più degli altri. La sconfitta non è una tragedia perché, anche fra i Rafaeliti convinti e della primissima ora come il sottoscritto, chi avrebbe mai detto che dopo le prime otto partite del nuovo corso avremmo avuto 16 punti su 18 in campionato, e avremmo battuto in quel modo il Borussia vicecampione d’Europa? E chi ha il coraggio di lamentarsi, oggi, di quel che il tuo Napoli ha fatto finora?
L’amaro in bocca, però, resta; e resta perché, esattamente come col Sassuolo, prima ancora che tecnico o atletico, con l’Arsenal il problema fondamentale è stato di natura mentale: non c’eravamo con la testa, e basta. Poi, certo, se anche i tuoi giocatori fossero stati i leoni che abbiamo ammirato col Borussia, caro Rafa, magari avremmo perso comunque; ma questo chi può saperlo. Quel che è certo è che i tuoi giocatori non sono stati i leoni che abbiamo ammirato col Borussia, ed è questo che a noi tifosi fa male, a prescindere da come sia andata la partita.
Ma ce ne facciamo una ragione perché il tuo Napoli deve ancora diventare al cento per cento il tuo Napoli, Rafa; e tu non ha mai nascosto le tue ambizioni così come non hai mai nascosto che hai bisogno di tempo. Il tuo Napoli, ci hai detto fin dal primo momento, lo vedremo a novembre; e fino a novembre dobbiamo avere pazienza, e la avremo. Anche dopo questa sonora paliata non hai nascosto i tuoi errori, né hai nascosto le responsabilità dei tuoi giocatori.
Poi, ovviamente, ci sono già i tanti, troppi, napoletani isterici e incompetenti che stasera diranno che il tuo Napoli è una schifezza, salvo poi dire, alla prossima vittoria, che vinceremo il tricolore perché siamo una squadra fortissimi; ci saranno quelli che diranno che il presidente-pappone ci ha presi in giro ancora una volta, si è chiavato i soldi nella sacca anche quest’anno, e anche quest’anno non ci farà vincere un cavolo di niente, perché pensa solo ai soldi; ci saranno perfino quelli che “Ah, se ci fosse stato Mazzarri…”, bontà loro.
Lasciamoli parlare, Rafa: stasera e col Sassuolo ci siamo intossicati tutti, tu per primo, soprattutto perché stasera e col Sassuolo ci siamo ricordati da dove veniamo, quali limiti mentali ci hanno tarpato le ali negli anni scorsi. Ripensiamo a dove possiamo arrivare, pensiamo che possiamo crescere fino ad essere sempre quelli visti contro Borussia e Milan: forti, consapevoli, famelici, col coltello fra i denti, pronti a soffrire in nome della vittoria.
Sin prisa pero sin pausa, Rafa. I Rafaeliti sono sempre con te, perché di te si fidano ciecamente. A cominciare da domenica col Livorno, saremo sempre lì a sostenere te e i tuoi ragazzi, con tutta la passione di cui siamo capaci. Gli isterici e/o gli occasionali, quelli che cambiano umore come cambia il vento e/o quelli che vanno allo stadio per divertirsi, vadano al cinema o a giocare a bocce. I nostalgici del Maghetto di San Vincenzo, lo ripeto ancora una volta, si facciano l’abbonamento all’Inter.
Mai come stasera: caro Rafa siamo con te, meno male che Rafa c’è.
Andrea Manzi
Chi ha il coraggio di lamentarsi del Napoli visto finora?
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