Fu un magnifico pomeriggio di aprile a San Siro, nel 1986, il giorno 13, un numero fortunato secondo i cinesi, e con questa scaramanzia dell’estremo oriente il Napoli di Maradona salì a Milano per battersi contro il Milan di Nils Liedholm che, per l’occasione, sfoderò una squadra con quattro attaccanti. Erano l’inglese Mark Hateley (1,91), fisico da indossatore, capelli fluenti sulla nuca alla moda “mullet” degli anni Ottanta, come David Bowie, Paolo Rossi che aveva ormai trent’anni e un solo menisco su quattro dopo tre operazioni, il sardo Pietro Paolo Virdis con baffi da pastore del Gennargentu, anche lui a fine carriera, e Marco Macina, famoso per essere uno dei due unici calciatori noti di San Marino (con Bonini).
Il Napoli aveva una difesa di ferro e Liedholm pensò di attaccarla con quattro frecce, ma figuriamoci se Bruscolotti, Ferrario e Renica, con Raimondo Marino e l’assistenza di Bagni, davanti a Garellik, potevano lasciarsi impressionare. In replica, la squadra azzurra sparava in attacco Bertoni, Pecci, Giordano, Maradona e il salernitano Massimo Filardi (un difensore all’ala sinistra, unica precauzione di Ottavio Bianchi).
MAGICO DIEGO – Cominciò con una festa. Sul prato di San Siro la banda municipale suonò la marcia dell’Aida, sei cheerleaders si esibirono in attillate tute azzurre e l’arbitro barese Paparesta emise il trillo di inizio. Il Napoli entrava nella metà campo del Milan con gli svolazzi di Maradona, le verticalizzazioni di Giordano, la finta indolenza di Pecci, il gioco largo di Bertoni e le percussioni di Bagni. Il Milan dei quattro attaccanti era una squadra di burro davanti al portiere Terraneo.
Bagni lanciò in verticale Giordano che piantò Maldini e infilò Terraneo sull’uscita del portiere. Al minuto 28, baci e abbracci dei numerosissimi tifosi azzurri sugli spalti. Il Napoli completò l’opera verso la fine del primo tempo. Maradona danzò al limite dell’area davanti a quattro rossoneri disorientati, li squilibrò con una serie di finte che sembrava non dovessero finire mai e trovò il varco per la “stella filante” che superò Terraneo e scosse la rete della porta milanista.
GARELLIK – Andavamo di lusso. Nella ripresa, il Napoli tirò i remi in barca e il Milan organizzò un assedio in piena regola dando modo a Garella di fare il fenomeno, battuto solo da una punizione bassa di Di Bartolomei quando c’era da giocare ancora mezz’ora. Il Napoli ballò senza cedere. Garella fece due parate fondamentali, su un colpo di testa di Virdis e su una conclusione di Wilkins volando sotto la traversa a deviarla in corner, oltre a una serie di “numeri” garelliani che aggiunsero spettacolo allo spettacolo di Diego.
Questa è stata l’ultima vittoria del Napoli sul campo del Milan (2-1). In seguito, lo squadrone di Dieguito avrebbe racimolato appena due pareggi senza gol a San Siro contro i rossoneri rimediando tre batoste memorabili (4-1 una volta, 3-0 nell’anno del secondo scudetto, ancora 4-1 nell’ultima stagione del pibe). Anche al suo primo anno (1984-85) Maradona perse a Milano 2-1.
IL TABU’ 18 – A San Siro, contro i rossoneri, per il Napoli calò il sipario. Il dopo-Diego, con Careca e Zola in attacco, Giovanni Galli in porta, Ranieri allenatore, cominciò con un “botto” memorabile: 5-0 per il Milan olandese di Capello con gol di Maldini, Rijkaard, Massara, Donadoni, Van Basten. Quel Milan vinse lo scudetto, il Napoli si piazzò dignitosamente quarto.
Sono passati 27 anni dalla vittoria con Giordano e Maradona e 18 volte il Napoli ha giocato a Milano senza cavarne più un successo (10 sconfitte, 8 pareggi). Durante questo periodo il Napoli è stato sei stagioni in serie B e due in serie C. Dal ritorno in serie A (2007-08) il Napoli se l’è cavata due volte sul campo del Milan, pareggiando. Per tre volte è stato battuto.
E’ storia recente. Al primo anno di De Laurentiis in serie A, il benvenuto del Milan fu senza riguardi: 5-2. Era il Milan stellare di Ancelotti con Ronaldo, Kakà e Pato. Reja sulla panchina azzurra, Iezzo in porta. Sosa e Domizi segnarono i gol del Napoli. Paolo Cannavaro e Hamsik sono i superstiti di quella partita.
VINICIO RECORD – Le cose si son messe bene con Mazzarri che ha strappato due pareggi a San Siro perdendo (3-0) nell’anno in cui il Milan di Ibrahimovic, Boateng, Pato, Robinho, Cassano e Ronaldinho vinse lo scudetto (2010-11). L’anno scorso un apprezzabile 0-0. Contro Allegri, nel derby delle panchine toscane, una sconfitta e un pareggio per Mazzarri.
Curiosando fra gli allenatori azzurri di lungo corso, Vinicio con cinque partite a San Siro vanta l’invidiabile primato di non avere mai perduto sul campo del Milan (due vittorie e tre pareggi). Vinicio vinse una volta con un gol di Majo (1-0), la seconda volta con le reti di Filippi e Raimondo Marino (2-1). Monzeglio (sei partite) e Chiappella (cinque) non vinsero mai a Milano.
Fu fantastica la sequenza delle nove trasferte, tra il 1974 e il 1983, in cui il Napoli rimase imbattuto a San Siro contro i rossoneri (4 vittorie e 5 pareggi). Dopo le imprese di Vinicio, andarono a vincere a Milano il Napoli di Di Marzio con un rigore di Savoldi (1-0 nel campionato 1977-78) e il Napoli di Marchesi (2-1 con i gol di De Rosa e Dal Fiume nel torneo 1983-84). Pesaola strappò un pareggio (1-1) nel campionato 1976-77. Per il Napoli di Bianchi cinque partite con tre pareggi, una vittoria e una sconfitta.
GOLEADOR – L’ultimo azzurro a segnare a San Siro contro il Milan è stato Campagnaro (1-1) tre campionati fa. Tra i grandi attaccanti del Napoli, Jeppson e Clerici non hanno segnato sul campo del Milan. Schiacciante è il bilancio dei gol a favore dei rossoneri: 119-66. Il goleador azzurro è Vojak con 5 reti. Con due gol seguono Sallustro, Tansini, Busani, Mike (doppietta), Ciccarelli (doppietta), Pesaola, Vinicio, Careca.
Il cannoniere del Milan nelle gare col Napoli a San Siro è il brianzolo Aldo Boffi, centravanti degli anni Trenta e Quaranta con un bel bottino di reti in maglia rossonera (109 in 163 partite). Con 4 gol seguono Rivera, Santagostino, Torriani.
Nella prima trasferta a Milano (campionato 1927-28, non ancora a girone unico), il Napoli fu travolto 5-1. Poi, sotto la guida di Garbutt, gli azzurri vinsero due volte a Milano più una vittoria assegnata dal giudice sportivo. Due volte pareggiarono. Il Napoli di Garbutt perse una sola volta sul campo del Milan in sei trasferte.
I PORTIERI – Venticinque portieri azzurri hanno giocato sul campo del Milan. Bugatti ha incassato 20 gol in otto gare, Arnaldo Sentimenti 15 reti in sette partite, Giovanni Galli 11 in soli tre incontri (4 reti la prima volta, 5 la seconda, 2 la terza). Quando difendeva la porta del Milan, Galli prese un solo gol dal Napoli in tre confronti.
Il record dei gol incassati è di Bugatti che prese sei palloni in una sola volta. Tra i portieri azzurri capaci di mantener imbattuta la rete nelle partite a Milano, Castellini ci riuscì due volte in cinque trasferte, così Sentimenti II nelle sue sette gare, Carmignani e Taglialatela due volte in quattro partite.
Mattolini giocò una sola partita a Milano e rimase imbattuto. Zoff non prese gol una sola volta in quattro trasferte a San Siro. Oltre a Giovanni Galli, Pelvi e Iezzo subirono cinque gol in una sola gara.
E’ stato Lorenzo Buffon, friulano, al Milan per dieci anni, dal 1949 al 1959, il portiere rossonero più battuto dagli azzurri: 11 gol nella sua porta in sette partite, cinque in una sola volta nella leggendaria vittoria del Napoli a San Siro per 5-3. Il cremonese Dario Compiani, portiere degli anni Venti e Trenta, prese dal Napoli 9 gol in quattro confronti. Albertosi sei gol in altrettante gare. Abbiati un solo gol in cinque partite. Fabio Cudicini (un solo gol incassato) rimase imbattuto tre volte contro il Napoli, così il cesenate Sebastiano Rossi (1,97) in sette partite.
L’INDIMENTICABILE 5-3 – Sono undici i successi degli azzurri a Milano, il più eclatante è l’indimenticabile 5-3 del torneo 1956-57 con gol di Posio e doppiette di Pesaola e Vinicio. Il Napoli di quel giorno, allenato da Amadei, schierò Bugatti; Comaschi, Greco; Morin, Franchini, Posio; Vitali, Beltrandi, Vinicio, Ciccarelli, Pesaola.
Il Napoli concluse il primo tempo 5-0. Nessuno credette al risultato diffuso per radio. A Napoli si pensò che fosse il Milan avanti di cinque gol. Nella ripresa, i rossoneri segnarono con Schiaffino due volte (una su rigore) e con Galli, “testina d’oro”.
Pesaola ricorda sempre un curioso episodio. Col Napoli in netto vantaggio, Rodolfo Beltrandi, un imolese capace di giocare in qualsiasi ruolo, fece un tunnel a Schiaffino. Pesaola lo rincorse per il campo e gli mollò un ceffone per avere mancato di rispetto al fuoriclasse uruguayano, uno dei più grandi campioni di tutti i tempi.
Con un gol di Giovanni Venditto, una piccola ala sinistra velocissima, nato a San Giovanni a Teduccio, ma definito “l’espresso di Marigliano”, dove aveva giocato prima d’essere tesserato dal Napoli, gli azzurri vinsero a Milano (1-0) nel campionato 1935-36. Dieci anni dopo, il Napoli tornò a vincere sul campo rossonero (3-2) con i gol di Lustha, Di Costanzo (‘o sfiziuso, come lo chiamavano i tifosi per il gioco elegante) e Busani. Con un gol di Corelli (1-0) il Napoli vinse a Milano nel campionato 1962-63, Pesaola allenatore, canto del cigno di un Napoli che retrocesse in B.
ALLA RISCOSSA – In totale, il Napoli ha giocato 64 gare sul campo del Milan incassando 31 sconfitte, pareggiando 22 partite e vincendo, come s’è detto, undici volte. La sconfitta più pesante subita a Milano è il 6-1 incassato nel campionato 1958-59 contro i rossoneri che si laurearono campioni d’Italia. Era la squadra allenata da Bonizzoni (direttore sportivo Gipo Viani) con Soldan in porta, Fontana e Zagatti terzini, in mediana Liedholm, Cesare Maldini e Schiaffino, attacco pirotecnico con Bean, Galli, Altafini, Grillo, Danova.
Quell’anno il Napoli si piazzò a metà classifica. Era la squadra dei pareggi (ne totalizzò 16). L’allenava Amadei e a San Siro giocarono Bugatti; Comaschi, Greco; Beltrandi, Betello, Posio; Brugola, Del Vecchio, Vinicio, Pesaola, Di Giacomo.
Ora il Napoli di Mazzarri è chiamato a rompere il tabù delle ultime diciotto trasferte azzurre sul campo del Milan senza vittorie. L’impresa varrebbe il secondo posto definitivo per tornare trionfalmente in Champions.
MIMMO CARRATELLI
A San Siro un tabù che dura da 18 partite
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